Rana negli Usa va a gonfie vele, ha raggiunto i 300 milioni di dollari di incassi e ha appena raddoppiato lo stabilimento di Bartlett, presso Chicago, inaugurato sette anni fa. “Gli Stati Uniti sono davvero la terra promessa”, ha raccontato a Il Sole 24 Ore Gian Luca Rana, esponente di seconda generazione e alla guida del pastificio fondato dal padre. Sotto la direzione di Gian Luca, l’azienda famosa per i tortellini e le altre paste fresche è cresciuta in maniera esponenziale, dal corrispettivo di 39 milioni di euro del 1990 ai 702 milioni del 2018. Di questi, circa un terzo arrivano dal mercato nordamericano, cresciuto con un tasso medio dell’80% annuo.
“Rana fa prodotti freschi – ha aggiunto l’amministratore del gruppo veronese, ancora presieduto dal padre Giovanni – ed era impensabile raggiungere gli Stati Uniti spedendoli dallo stabilimento di San Giovanni Lupatoto. Costruire una linea produttiva lì è stato necessario. Se oggi la raddoppiamo, è perché le potenzialità offerte dai consumatori americani sono enormi”. Nei prossimi 4 anni, Rana conta di arrivare a un giro d’affari di 700 milioni di dollari negli States.
Nel frattempo Rana, che oggi negli Stati Uniti impiega 600 dipendenti, si appresta ad effettuare altre 200 assunzioni. A pieno regime, il nuovo impianto avrà una capacità produttiva di due volte e mezza quella iniziale. Il tutto con il pieno supporto delle amministrazioni locali, mentre in Italia la storia è molto diversa. Rana ricorda di aver impiegato sette anni soltanto per ottenere i permessi necessari a costruire il centro innovazione di San Giovanni Lupatoto, la cui amministrazione comunale non ha avuto evidentemente la stessa prontezza di quella del Michigan. “Avevo chiesto al sindaco di Bartlett quali margini potevo avere per rimanere a debita distanza dalla strada che passa vicino agli impianti. E sa cosa mi ha risposto? Può prendersi tutto lo spazio di cui ha bisogno, al limite saremo noi a spostare la strada”, ha raccontato l’imprenditore a Il Sole 24 Ore.