I dazi antidumping cinesi applicati ai vini australiani stanno creando enormi problemi ai produttori del continente nuovissimo. Un esempio arriva da Treasury Wine Estates, gruppo leader dell’Australia e considerato terzo player mondiale di vini. Gli utili al netto delle tasse, nel corso della prima metà dell’anno fiscale 2020/21, sono infatti diminuiti del 24%, per un totale di 175,3 milioni di dollari austrialiani.
Twe, in particolare, ha evidenziato come la pandemia globale abbia interrotto i canali di vendita per il vino di lusso a più alto margine nei mercati chiave e abbia ridotto le spedizioni in Cina a seguito delle inchieste antidumping e antisovvenzioni avviate dal ministero del Commercio cinese. Nell’agosto 2020, il ministero aveva annunciato una doppia inchiesta sulle importazioni di vino australiano, e in novembre e dicembre aveva quindi ufficializzato tariffe antidumping fino al 212% e un’altra tariffa antisovvenzioni del 6,4% sui vini australiani.
Twe è la società madre di Penfolds, Wolf Blass e Rawson’s Retreat, ed è di gran lunga il più grande esportatore di vino australiano in Cina. Vende circa 500 milioni di dollari australiani di vino all’anno in Cina, che rappresenta circa il 30% dei guadagni del gruppo Twe.
L’amministratore delegato Tim Ford ha commentato: “I nostri risultati del primo semestre fiscale 2021 dimostrano che stiamo facendo progressi rispetto alla nostra strategia Twe 2025, nonostante un periodo di interruzioni significative. Rimango fiducioso che questo team abbia la capacità di far crescere la nostra attività in mercati esistenti e nuovi, proprio come ha fatto in passato”.
Guardando al futuro, il gruppo prevede una domanda limitata dalla Cina con le attuali tariffe. Tuttavia, il gruppo continua a credere nel mercato cinese e ha lanciato l’idea di sviluppare una gamma Penfolds in Cina utilizzando uve provenienti dal Paese.