La formula di HostMilano funziona. A più di quattro mesi all’inizio della fiera dedicata alle filiere Horeca, foodservice, retail, GDO e hôtellerie, i numeri degli espositori hanno già superato quelli del 2015, quando si teneva in contemporanea con l’Expo.
Sono 1.824 le aziende che hanno confermato la propria presenza alla manifestazione che si terrà da venerdì 20 a martedì 24 ottobre a Fiera Milano. Di queste, 1.092 sono italiane (59,9%) e 732 estere (40,1%). Ai vertici della top 10 delle nazioni straniere ci sono Germania, Spagna e Francia, Usa e Regno Unito. Tra i Paesi rappresentati compaiono diverse new entry come Bielorussia, Egitto, Nuova Zelanda, Serbia, Sud Africa e altre ancora. Per quanto riguarda la tipologia merceologica delle aziende, il macrosettore ristorazione professionale e pane-pizza-pasta è più rappresentato con 729 partecipanti e incide 45,7 del totale. Gli altri due macrosettori sono caffè, tè, vending, gelato e pasticceria, con un’incidenza del 36,5%, e l’arredo e tavola con il 17,8% percento.
“Con un incremento dell’11,4% rispetto alla stessa data del 2015, i numeri confermano la centralità di Host nel panorama fieristico internazionale – commenta in una nota Simona Greco, direttore art, fashion, hospitality & travel exhibitions di Fiera Milano – e fanno ben sperare nella riuscita di questa 40.ma edizione. I produttori italiani e internazionali trovano infatti in Host il perfetto marketplace per presentare le innovazioni tecnologiche e i trend in generale dell’ospitalità, grazie anche allo scouting continuo che Fiera Milano adotta per selezionare buyer di altissimo profilo: quest’anno saranno oltre 1.500 provenienti da tutti i continenti”.
Durante la conferenza stampa di presentazione, sono stati esposti i dati economici del comparto food equipment. Secondo una ricerca commissionata da Host 2017 alla società Ulisse, il settore è cresciuto negli ultimi anni a ritmi del 5-6% l’anno e nell’ultimo biennio ha raggiunto un valore pari a 45 miliardi di euro. Crescono soprattutto la fascia alta e medio-alta, che oggi superano il 42% del totale mondiale, contro il 24% di dieci anni prima. Canada e Germania sono, insieme a Giappone, Francia e Regno Unito, i mercati che trainano la domanda. Nel 2016 l’Italia è stato il terzo esportatore al mondo con oltre 3,26 miliardi di euro. Per il triennio 2017-2019 le previsioni di crescita delle importazioni appaiono particolarmente favorevoli per i mercati di Nord America, Europa, Russia, Emirati Arabi, Far East e Australia.