Se un anno fa l’incasso complessivo dell’horeca era pari a 100, oggi ci si deve accontentare di 23. Nella prima settimana di dicembre, la spesa destinata ai consumi fuori casa si è fermata al 23% rispetto al periodo pre-Covid. Si tratta del livello minimo annuale, esattamente in linea con il crollo registrato ad aprile. Il dato emerge dall’analisi Crest Weeklies di Npd Group, evidenziando come le consegne a domicilio non riescano a compensare le perdite della ristorazione e dell’horeca in generale. Il delivery, infatti, rappresenta appena il 12% della spesa complessiva fuori casa. Di conseguenza, la flessione netta a fine anno viene stimata nell’ordine del 44 percento.
Quando arriverà la ripresa della ristorazione e delle altre attività di pubblico esercizio? L’inversione di tendenza inizierà dal prossimo anno, ma per arrivare a un pieno recupero – o anche solo a un riavvicinamento – del fatturato pre Covid occorrerà attendere fino al 2022. I tassi di crescita nel 2021 saranno superiori al 30%, ma non basteranno per azzerare le perdite del 2019.
In particolare, Npd Group stima a fine 2021 un balzo del 31,5% in termini di presenze e del 36,2% in termini di spesa. “I consumi ripartiranno in primavera ma bisogna iniziare ad immaginare un mondo nuovo, caratterizzato da nuovi modi di vivere il lavoro, il tempo libero e gli spazi urbani. Questa rivoluzione porterà i consumatori ad avere nuovi bisogni anche nei consumi fuori casa”, ha commentato a margine dello studio Matteo Figura, direttore della divisione foodservice in Npd.
In generale, una certa cautela già è emersa tra i consumatori rispetto al mondo della ristorazione. “L’attenzione alle norme di sicurezza è molto alta. Le nostre rilevazioni indicano infatti che l’81% preferisce locali che garantiscono la distanza sociale e che il 58% non frequenterebbe il posto se le norme di sicurezza non fossero rispettate”, precisa Figura.