Lunedì a Firenze è iniziata ufficialmente la stagione delle guide 2020 della ristorazione, aperta tradizionalmente da L’Espresso. La nuova edizione della guida diretta da Enzo Vizzari ha assegnato il massimo punteggio, cinque cappelli, a dieci ristoranti con tre new entry: si tratta del Seta del Mandarin Oriental a Milano (chef Antonio Guida), Madonnina del Pescatore a Senigallia (chef Moreno Cedroni) e Villa Feltrinelli a Gargnano sul versante bresciano del lago di Garda (chef Stefano Baiocco). Si aggiungono ai sette già presenti ovvero il Casadonna Reale di Castel di Sangro, il St. Hubertus di San Cassiano, Le Calandre di Rubano, Lido 84 di Gardone Riviera, Osteria Francescana di Modena, Piazza Duomo di Alba, Uliassi di Senigallia.
In contemporanea, diventano ‘cappello d’oro’, categoria che comprende i classici della ristorazione italiana e che vengono di fatto tolti dalla classifica, Da Vittorio a Brusaporto e La Pergola del Rome Cavalieri a Roma, che si aggiungono a Caino di Montemerano, Casa Vissani a Baschi, Colline Ciociare ad Acuto, Dal Pescatore Santini di Canneto sull’Oglio, Don Alfonso 1890 a Sant’Agata sui due golfi, Enoteca Pinchiorri di Firenze, Lorenzo di Forte dei Marmi, Miramonti L’altro a Concesio, Romano a Viareggio, e San Domenico a Imola.
Diversi i premi speciali assegnati dalla guida. Tra questi, il pranzo dell’anno va al Lido 84, la cuoca dell’anno è Alessandra Del Favero di Aga Hotel Villa Trieste di San Vito di Cadore, il giovane dell’anno è Paolo Griffa del Grand Hotel Royal e Golf di Courmayeur, il piatto dell’anno all’Osteria Francescana. Premio alla carriera per Tonino Mellino de I Quattro Passi di Nerano.
“Non sono tempi di grandi cambiamenti – ha scritto Vizzari nella prefazione della guida – né di svolte epocali quelli che sta attraversando la ristorazione italiana. Rispetto al fermento vivo di altre parti del mondo, dove si affermano nuove realtà e nuove tendenze che riscrivono le regole mondiali del gusto, l’Europa mediterranea tira un po’ il fiato dopo due decenni di spinta”. In particolare, afferma il giornalista e critico gastronomico, si sta accentuando “la differenza di posizionamento nel mercato fra il cosiddetto ‘fine dining’ e la ristorazione ‘generica’, intendendo per tale il variegato universo che comprende ristorazione di servizio, trattorie, osterie, pizzerie, enotavole. Ottimi nelle proprie categorie ma impegnati a giocare un campionato del tutto diverso; non minore o di seconda fascia, semplicemente differente nelle idee e nel tipo di esperienza proposta”.