Sommando i marchi Fini Modena 1912 specializzato nella pasta fresca, Greci per le forniture al canale horeca e Le Conserve della Nonna, il gruppo emiliano Fini ha archiviato il 2018 con 190 milioni di ricavi. La realtà di proprietà del fondo italiano Paladin Capital Partners ha ottenuto circa 100 milioni di ricavi in ambito retail, presidiato con i marchi Fini Modena e Le Conserve della Nonna, e i restanti 90 milioni con Greci nei prodotti destinati come ingredienti alle cucine dei ristoranti.
Fini in particolare è il secondo player italiano della pasta fresca. “Un marchio storico e inserito nel territorio di riferimento, poiché la pasta fresca è emiliana e prodotta a Modena. Il tortellino rimane il nostro cavallo di battaglia”, spiega l’amministratore delegato Andrea Ghia. Una recente e ulteriore diversificazione è quella legata alla gamma ittica, come il carpaccio di pesce in confezione monodose, e sta per essere inserita anche la carne cotta a bassa temperatura monoporzione e sottovuoto, già sperimentata in horeca con Greci e ora pronta per essere utilizzata anche in gdo con marchio Fini.
La quota export è del 10% per Fini e del 30% circa con Le Conserve della Nonna, che nascono sempre nel territorio modenese in località Ravarino, con la stessa filosofia che caratterizza il brand Fini: materie prime italiane, ricette casalinghe, volontà di preservare ed enfatizzare al massimo la qualità della materia prima, con il plus della valenza di prodotto casalingo.
Quanto a Greci, divisione focalizzata su horeca, il tasso di crescita nel 2018 è stato superiore a quello dei due marchi retail, essendo cresciuto del 5% contro il 3% di Fini e Le Conserve della Nonna. Sono circa 15mila i clienti serviti e il giro d’affari è assicurato per il 60% dall’Italia e per il 40% dall’estero, dove la società dispone di una filiale commerciale in Francia.
In prospettiva, il gruppo punta a consolidare la crescita attraverso l’innovazione di prodotto e il posizionamento più elevato dei suoi marchi. “Nel food il middle soffre, nel low si vende molto ma non si guadagna, pertanto il valore aggiunto si ottiene salendo di livello. Ed è su questo aspetto che focalizzeremo la nostra attività”, conclude Ghia.