Il gruppo Granarolo si appresta a cedere la proprietà dell’omonimo pastificio, la cui acquisizione al 50% (a fianco della famiglia Mattei) risale al 2015 e doveva rappresentare, nelle intenzioni del gruppo cooperativo bolognese, la prima operazione nell’ambito di una strategia di ampliamento e diversificazione produttiva mirata a supportare lo sviluppo nei mercati internazionali.
A riportare l’indiscrezione è il quotidiano Il Sole 24 Ore, precisando che per esplorare la vendita è stato affidato un incarico all’advisor Euromerger. La società, che all’epoca dell’acquisizione fatturava 10 milioni, sarebbe ora scesa a quota 8, con un ebitda margin del 7 percento.
La cessione del marchio Pastificio Granarolo si inserisce all’interno di una strategia di concentrazione sul core business di Granarolo, quello del latte e dei latticini. Si tratta infatti del terzo marchio messo sul mercato dal gruppo presieduto da Gianpiero Calzolari, dopo Pandea Dietetica, azienda italiana specializzata in produzione di prodotti da forno con e senza glutine che era stata acquisita nel 2016, e dopo Conbio, la controllata che produce alimenti vegetali e biologici.
Nel frattempo, il colosso cooperativo bolognese ha acquisito realtà del mondo caseario come Venchiaredo, specializzato nella produzione di stracchino, e come Käserei Denklingen, azienda tedesca che produce cagliata.
Tra i marchi del gruppo Granarolo compaiono Yomo, Accadi, Pettinicchio, Centrale del Latte di Milano, Podda e Gennari.