Velocissimi a consegnare la spesa a domicilio, ancor più veloci a chiudere definitivamente la saracinesca dei loro dark store in Italia. È durata poco più di un anno l’avventura tricolore di Gorillas, startup tedesca ormai diventata famosissima grazie alla consegna a casa della spesa in 10 minuti attraverso riders muniti di e-bike.
Nata nel 2020 a Berlino e sbarcata per la prima volta in Italia a Milano a maggio del 2021, Gorillas ha immediatamente riscosso un successo dirompente e nel giro di pochi mesi il servizio è arrivato anche a Roma, Torino, Firenze e Bergamo.
Nonostante avesse incassato a ottobre del 2021 un finanziamento da un miliardo di dollari, uno dei più grandi, se non il più grande, mai realizzato da un’azienda non quotata del settore delle consegne di generi alimentari in Europa, qualcosa non deve, evidentemente, aver funzionato. L’annuncio, a maggio, della riduzione del personale con il taglio di 300 dipendenti non prometteva niente di buono, ora è arrivato il licenziamento definitivo di tutto il personale italiano, costituito da 540 persone, manager inclusi.
Il lento ritorno alla normalità del post pandemia, la riapertura dei ristoranti, il grande desiderio di tornare a vivere fuori casa hanno certamente dato un notevole scossone a un business che va incontro a un bisogno specifico, ricevere a casa nel più breve tempo possibile, 10 minuti appunto, una spesa inevitabilmente non completa, contenuta nel numero di referenze, anche se discretamente profonda nell’assortimento.
Via dall’Italia ma non da altri Paesi però, dove invece pare sia possibile trovare un equilibrio che consenta di stare in piedi. Secondo quanto si legge nella nota ufficiale, Gorillas si concentrerà dove ottiene il 90% dei suoi ricavi, vale a dire Germania, dove sono nati, e poi Francia, Regno Unito, Paesi Bassi e Stati Uniti (New York City).
Getir? Il capostipite di questo genere di servizio di consegna in pochi minuti, nato nel 2015 in Turchia, non se la passa meglio. Il taglio del 14% del personale annunciato a livello globale, in pratica 4.500 dipendenti, all’interno di tutti i nove mercati nei quali opera, quindi anche in quello italiano, lascia presagire un destino simile a quello di Gorillas.
È finita l’epoca del quick commerce in Italia? È decisamente prematuro affermarlo, anche perché c’è chi invece, come ad esempio Glovo, entrata nel gruppo Delivery Hero che ne detiene ora quasi il 94% del capitale, sembra godere di ottima salute: collabora anche con insegne della gdo (Carrefour, Despar Centro Sud e Gruppo VéGé) per consegne rapide, tra i 30 e i 40 minuti, e ha appena inaugurato un nuovo headquarter a Milano.
Certamente questo vero e proprio tonfo da parte di Gorillas, che un po’ ricorda quello di tante startup della prima new economy di inizio millennio, riporta tutti con i piedi per terra. Il tema della redditività, infatti, è centrale quando si parla di e-commerce – non è un caso che molti big della gdo siano tuttora recalcitranti a entrare seriamente in questo settore – ma lo è ancora di più quando ci si getta in un business come quello presidiato da operatori come Gorillas o Getir, che va incontro a bisogni probabilmente troppo volatili.