Glovo Italia ha incassato 35,6 milioni di euro nel 2019 e, grazie anche all’aumento dell’attività per effetto della chiusura dei ristoranti e dell’incremento del business nel delivery, punta al pareggio di bilancio entro il prossimo anno. Ad affermarlo è la general manager Elisa Pagliarani, intervistata da L’Economia del Corriere, entrata tre anni fa come capo-progetto nella società fondata in Spagna da Oscar Pierre e oggi presente in 22 Paesi del mondo, che di recente ha tagliato il nastro del miliardo di valore.
Con il tempo, Glovo ha affrontato il percorso per diventare da fornitore esclusivo di food a società multi-category. “Il cibo resta l’80% delle nostre consegne seguito a debita distanza dalla spesa”, ha precisato Pagliarani. “In soli tre anni la società è passata da otto a 80 dipendenti, ha comperato Foodora Italia ed è presente in 140 città d’Italia. Che è per noi dopo la Spagna il secondo mercato”, ha poi aggiunto la general manager di Glovo Italia, precisando che durante il lockdown, dopo l’iniziale sofferenza causata dalla chiusura dei ristoranti, si è verificato un aumento del 300% nelle consegne della spesa, del 150% per i medicinali e del 1000% delle spedizioni di oggetti da casa a casa. “A giugno, con la riapertura fisica dei ristoranti, non abbiamo mantenuto questi livelli, ma siamo nettamente sopra i massimi pre-Covid”, ha dichiarato Pagliarani al Corriere.
Quanto alle commissioni, che stanno spingendo diversi ristoranti a gestire direttamente le consegne per ragioni anche di economia, Pagliarani afferma che: “Dobbiamo cercare il giusto equilibrio tra l’esercizio commerciale che sta a monte e l’utente finale che sta a valle. È un test di continua contrattazione”.
Glovo ha recentemente investito nella creazione di propri marchi. “Abbiamo cominciato a cucinare per coprire quelle tipologie di piatti che il mercato non copriva a sufficienza. Penso alla cotoletta o al burrito, molto richiesti entrambi e per i quali abbiamo creato due brand, Repùblica de la Milanesa e Bendito Burrito, che offriamo ai ristoranti nostri partner come completamento della loro offerta. Una sorta di franchising”.
Sulla gestione dei rider, infine, sono in corso delle trattative con il governo. “Come Assodelivery, di cui sono vicepresidente, siamo pronti a elaborare una proposta. La legge firmata dal ministro Nunzia Catalfo – ha detto Pagliarani – ci obbliga a trovare un accordo tra le parti entro novembre 2020, altrimenti saremo costretti a pagare i nostri rider a tempo e non più a prestazione. La legge ha scelto per i rider lo status giuridico del lavoratore autonomo e ci aspettiamo che si apra un tavolo con controparti rappresentative, e notiamo una maggiore consapevolezza del passato”.
* In merito all’articolo pubblicato sul Corriere e ripreso da Pambianco Wine&Food, Glovo Italia precisa che: 1) Il target del 2021 indicato si riferisce a Glovo a livello globale, non a Glovo Italia. Tra l’altro non deriva dalla chiusura dei ristoranti durante il periodo di lockdown che, al contrario, avevano causato un calo delle richieste di food delivery nel primo mese dell’emergenza. 2) Glovo è da sempre una piattaforma di delivery multi-categoria, non lo è diventata col tempo. Non si è mai occupata esclusivamente di cibo. 3) Non sono in corso trattative con il governo per la gestione dei rider. AssoDelivery è pronta ad avviare una trattativa con le organizzazioni che rispondono ai requisiti previsti dalla legge.