Se finora i riders di Glovo erano una presenza familiare in 14 città italiane, a fine anno saranno riconoscibili più o meno ovunque. La società specializzata nel food delivery ha infatti annunciato l’avvio di un piano che la porterà a coprire oltre cento nuove piazze. “Vogliamo diventare una Google su scala locale. Per ogni esigenza da soddisfare all’interno di una città, basterà rivolgersi alla nostra app”, annuncia Elisa Pagliarani, general manager di Glovo Italia.
Attiva dal 2016, Glovo Italia è la filiale del gruppo fondato l’anno precedente a Barcellona da Oscar Pierre e Sacha Michaud, oggi presente in oltre venti Paesi del mondo. I suoi servizi sono attualmente disponibili, tramite app, a Milano, Roma, Torino, Napoli, Firenze, Bologna, Palermo, Catania, Bari, Monza, Genova, Verona, Padova e Bergamo. Tuttavia, afferma Pagliarani, per crescere nel territorio nazionale occorre potenziare anche i centri minori.
“In Italia, solo il 14% della popolazione vive nelle prime 10 città, per cui una presenza più capillare è l’unico modo per raggiungere un bacino più ampio di utenti, arrivando anche a chi oggi non può usufruire dei servizi di delivery”, ha dichiarato la general manager. “Nelle nuove città entreremo inizialmente con i servizi di food delivery, coinvolgendo sia le grandi catene sia i cosiddetti local heroes, ossia i ristoranti più rappresentativi, per poi includere anche altre insegne che vogliono incrementare la base clienti tramite la nostra piattaforma. Questo progetto incrementerà il nostro raggio di azione arrivando a coinvolgere entro la fine dell’anno circa 7.500 partner”.
Il business del food delivery è in forte crescita. Secondo i dati Fipe/Confcommercio, nell’ultimo anno ha sfiorato quota 350 milioni di euro, registrando un incremento del 69 percento. Il report Coldiretti/Censis sottolinea invece come il cibo a domicilio abbia coinvolto nel 2018 più di 19 milioni di consumatori, suddivisi tra chi ne usufruisce con regolarità (3,8 milioni) e chi occasionalmente (15,1 milioni).
Ma non ci sarà solo il cibo nel business plan di Glovo, che intende fondare la propria mission nel servizio di consegna a domicilio a tutto tondo. “Crediamo che il mercato offra ampi spazi anche per altri servizi ad alto valore aggiunto. Dall’acquisto dei biglietti per la partita, alla consegna dei vestiti della lavanderia sotto casa. Guardando al futuro infatti, i servizi di delivery andranno sempre di più in questa direzione, superando il food delivery, settore che comunque prevediamo continuerà a crescere”, precisa Pagliarani. E l’espansione in oltre cento città italiane dovrebbe consentire alla piattaforma di sviluppare maggiormente il proprio business attraverso un patto con piccoli esercenti e artigiani, aiutandoli a vendere i propri prodotti e ad affrontare la sfida dell’e-commerce.