Trecento anni vissuti ‘a cresta alta’ per il vino contrassegnato dal logo del Gallo nero. Il Chianti classico li ha celebrati il 24 settembre a Firenze, Palazzo Vecchio, in occasione del trecentesimo anniversario dalla delimitazione decisa nel 1716 dal Granduca Cosimo III de’ Medici attraverso il bando ‘Sopra la Dichiarazione de’ Confini delle quattro regioni Chianti, Pomino, Carmignano e Vald’Arno di Sopra’, con cui l’esponente della nobile famiglia fiorentina avviò la tutela del territorio che dà origine a uno dei vini italiani più noti al mondo.
Lo stato di salute del Chianti classico è più che buono. Le vendite, secondo quanto ha dichiarato il presidente del consorzio, Sergio Zingarelli, sono aumentate del 35% negli ultimi cinque anni grazie al riposizionamento sui mercati globali, culminato nella nuova categoria Gran Selezione. Gli Stati Uniti sono il primo mercato di destinazione del Gallo nero, con il 31% delle vendite totali, davanti all’Italia che assorbe il 20%, alla Germania con il 12% e al Canada con il 10 percento. Inizia ad assumere percentuali significative anche la vendita nella Grande Cina, che tocca il 6% del totale.
Il Chianti classico ha inoltre ufficializzato la candidatura del suo territorio a patrimonio Unesco, sostenuta dal ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina. “Credo che sia un atto doveroso – ha detto Martina, collegato in video – che possiamo fare insieme per rappresentare al massimo livello una storia di eccellenza come quella del Chianti”. L’operazione sarà rafforzata da una partnership d’eccellenza per il Chianti: quella con l’area dello Champagne, già riconosciuta da Unesco come patrimonio tutelato. “Punteremo – ha affermato Sergio Zingarelli – su vari fattori: dalle politiche di governance dei due territori alla tutela dei nostri nomi e marchi a livello mondiale. Lo Champagne ha tanto da insegnarci. Probabilmente faremo insieme anche delle campagne di comunicazione per affiancare due eccellenze della produzione vinicola, francese e italiana, nel mondo”.
Il giro d’affari del territorio, che oltre al vino produce olio extravergine di oliva ed è al centro di un crescente flusso turistico, è stimato in circa 700 milioni di euro.