Stavolta non si tratta di fare il bagno immersi nelle bollicine metodo classico, superando l’esempio di Poppea che aveva scelto il latte d’asina per i benefici sulla pelle. Quello avviato in Franciacorta, invece, è un progetto di ricerca scientifica che parte dal vino per arrivare alla cosmesi. Obiettivo: valorizzare i sottoprodotti della viticoltura per la ricerca e lo sviluppo di fitocomplessi innovativi da impiegare nell’ambito della filiera cosmetica. Vinacce, raspi e foglie di vite saranno recuperati per estrarne un pool di fitocomplessi ad alto valore nutraceutico per l’epidermide, riducendo al minimo l’utilizzo di solventi. Come partner del progetto, finanziato da Regione Lombardia, è stata scelta una cantina tra le più antiche del territorio bresciano e che opera con metodo biologico, la Barone Pizzini. L’ideazione del progetto è dell’istituto nazionale di ricerca Lazzaro Spallanzani, presieduto da Ettore Prandini. “L’utilizzo virtuoso di sottoprodotti agricoli – afferma Silvano Brescianini, direttore di Barone Pizzini – è una pratica in perfetta coerenza con la nostra filosofia aziendale, che va a definire un nuovo modello di sviluppo rispettoso delle risorse naturali e della necessità sempre più contingente di fare uso di pratiche di risparmio, riciclo e riutilizzo secondo il principio ‘rifiuti zero’, mettendo in moto nuove attività di raccolta e di creazione di filiere del ciclo dei prodotti”.