Netcomm certifica il boom delle vendite online per i prodotti alimentari. Il lockdown ha certamente contribuito al decollo del business nel corso del 2020. Se fino allo scorso anno, si legge nel rapporto di Iri per il Consorzio del Commercio Digitale Italiano, gli ordini erano sbilanciati verso gli acquisti di prodotti per la cura della persona e il cibo per animali domestici, il 2020 ha visto un’esplosione nelle vendite digitali di prodotti confezionati di largo consumo, che settimanalmente hanno tenuto una crescita mai inferiore al 50%, con il canale virtuale che ha raggiunto picchi del 288 percento.
Il comparto alimentare si impone pertanto come uno dei protagonisti nella crescita e diffusione dell’e-commerce nei mesi della pandemia e nella fase successiva al lockdown. La penetrazione dell’alimentare nell’online è, infatti, pressoché raddoppiata durante il lockdown, quando il 17,2% dei consumatori ha acquistato almeno una volta attraverso il web. Con l’inizio della fase due, il 36% ha continuato a fare la spesa online, privilegiando i siti web della grande distribuzione. L’home delivery è la modalità di consegna preferita, seguita dal ritiro in negozio, che viene scelto dal 18% degli e-shopper perché ritenuto più conveniente e veloce rispetto alla consegna a casa.
I dati della ricerca sono stati presentati in occasione dell’edizione speciale di Netcomm Forum Live, in collaborazione con NetStyle e Tuttofood Milano. E mentre nel commercio aumentava rapidamente il peso del digital, contemporaneamente emergeva la crisi degli ipermercati, con un calo delle vendite del 9,6%, considerando complessivamente sia la fase Covid che quella successiva. Il commercio di prossimità, dopo il balzo del 16,1% nel lockdown, ha registrato una flessione del 3,2% nel periodo giugno-agosto.
“Il boom dei canali digitali nel settore dell’e-grocery è dovuto, in particolare, all’adozione di nuove modalità di acquisto dei prodotti”, ha affermato in una nota Roberto Liscia, presidente di Netcomm. “La necessità di mantenere il distanziamento sociale e, al tempo stesso, di garantire la continuità del servizio, ha determinato l’affermarsi della consegna senza contatto. In particolare, un ruolo importante ha giocato il click & collect, vale a dire il ritiro in negozio della merce acquistata online, che nelle quote di vendita ha superato il 15% durante il lockdown (era l’8,3% nel 2019) e si è attestato di poco sotto al 13% nella fase successiva. Il click and collect ha riportato una crescita del +349% e c’è da aspettarsi che, da qui alla fine dell’anno, diventerà un’abitudine sempre più consolidata tra i consumatori”.