Le principali aziende del food delivery sono al lavoro per costituire l’associazione di categoria del settore. Il primo incontro, una sorta di vertice tra cinque big player (Deliveroo, Glovo, Just Eat, Social Food e Uber Eats), è avvenuto venerdì 13 luglio a Milano, presso la sede di Confcommercio. Durante quel “vertice” è emersa la volontà di dar vita ad una nuova organizzazione associativa, aperta a nuovi e ulteriori ingressi e che, nelle intenzioni dei fondatori, dovrebbe rappresentare in maniera unitaria le esigenze del comparto, convocato a metà giugno dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio per arrivare a un’ipotesi di contratto collettivo nazionale dei rider. Tra gli obiettivi dell’associazione c’è la promozione e la tutela di “una cultura positiva del sistema in cui operano le aziende della consegna di cibo a domicilio”, affermano le aziende coinvolte.
“Il comparto del food delivery – si legge in un documento diffuso da Just East – dimostra una crescita consistente, sia da un punto di vista della circolazione dei servizi e diffusione tecnologica, sia in termini di posti di lavoro, con un indotto, secondo le stime interne, di oltre 20 mila nuovi posti di lavoro in Italia. E’ un settore innovativo e con un potenziale estremamente interessante per l’Italia, che ha bisogno di un quadro regolamentare chiaro, stabile e di una rappresentanza unitaria, in grado di contribuire alla sua sostenibilità, sintetizzando le necessità degli operatori che ne fanno parte.
Il 26 luglio è in programma la partecipazione delle società di food delivery al tavolo convocato al Mise per lavorare sulle ulteriori tutele da riconoscere ai rider, indipendentemente dal rapporto di collaborazione. “Le imprese – affermano dal mondo del food delivery – sono pronte a lavorare con le parti per trattare di temi quali compenso, assicurazioni, dotazioni di sicurezza e processi, nell’ambito delle diverse forme contrattuali del lavoro autonomo”.