“Il 2015 è stato un anno pazzesco”. Andrea Farinetti esprime con entusiasmo, imprinting familiare, la soddisfazione per i risultati ottenuti da Fontanafredda. L’azienda del vino controllata al 50% da Oscar Farinetti ha superato lo scorso anno la soglia dei 50 milioni di euro, 50,5 per l’esattezza, con un aumento di circa il 15% rispetto al 2014. “Siamo estremamente concentrati – spiega il terzogenito del fondatore di Eataly, enologo e responsabile della parte wine del gruppo – perché nel giro di tre anni vogliamo raddoppiare il nostro fatturato, superando i 100 milioni di euro. Arriveranno altre aziende, non sotto forma di acquisizioni ma di distribuzioni in Italia e nel mondo, attraverso la nostra efficiente rete commerciale nazionale e internazionale. Non sono in programma particolari investimenti, quel che abbiamo è già abbastanza e vogliamo riuscire a esprimerne pienamente le potenzialità”.
Identità Golose, dove Fontanafredda era tra i main sponsor con il brand Vino Libero, è stata l’occasione per nominare il Barolo Ambassador 2016 a Milano, al termine di un contest nel quale si sono imposti ex aequo i ristoranti Grani e Braci (Milano) ed Enopolium 14 Luglio (Paina di Giussano). “Il Barolo – sottolinea Farinetti – è un nostro pallino, da sempre. Vorremmo, come i francesi sono riusciti a fare con lo Champagne, trasformarlo da vino delle grandi occasioni a prodotto di consumo quotidiano, senza banalizzarlo: autorevole ma informale, come siamo noi. Per questo abbiamo selezionato tra Milano e dintorni una quarantina di locali della rete Vino Libero, che si sono sfidati nel proporre una degustazione a bicchiere alla loro clientela a prezzi importanti, suscitando grandissimo interesse. I vincitori, in una sola settimana, ne hanno aperto 68 bottiglie ciascuno, scatenando sui social network una vera e propria battaglia di post”. L’iniziativa ha trovato il pieno consenso di Oscar Farinetti che, intervenendo alla premiazione, ha espresso il proprio convincimento che il Barolo non sia soltanto un vino adatto ad accompagnare carni importanti, ma anche una merenda a “pane e salame”.
Intanto, la rete di Vino Libero, che comprende non solo brand di proprietà o società partecipate da Farinetti ma anche realtà indipendenti che hanno aderito all’associazione che propone vini liberi da concimi, diserbanti e parte dei solfiti, si amplia con l’ingresso di un importante partner umbro: si tratta di Lungarotti, presente con due sue etichette (Sagrantino di Montefalco e Grechetto) all’interno del portfolio vini. “A breve – annuncia Andrea Farinetti – entreranno anche l’azienda biodinamica abruzzese Valle Reale e la siciliana Baglio di Grìsi. L’obiettivo è coinvolgere, per ogni regione d’Italia, un’azienda tra quelle che fanno vini di alto livello e al tempo stesso rispettosi dell’ambiente”. Intanto Fontanafredda, capofila del progetto, porta avanti il processo di certificazione bio e pare non abbia intenzione, dopo l’acquisizione di Le Vigne di Zamò, di fare ulteriore shopping. “Siamo entrati, con quote maggioritarie o minoritarie, solo su otto delle quindici aziende di Vino Libero – conclude Farinetti – e con le altre manteniamo grandi rapporti di amicizia per cui, se si vuole convivere e stare bene, non è necessario ufficializzare un matrimonio”.