Focus sul canale club, e sui prodotti dedicati ai distributori, per recuperare la frenata imposta dalla crisi Covid sul mercato americano. Per Vicenzi, le esportazioni oltreoceano valevano quasi il 10% del fatturato, ma in questo 2020 l’azienda delle Millefoglie si è trovata a ripensare le strategie di posizionamento su quello che era il primo mercato extra-Italia. Per la realtà dolciaria veronese, il 2020 si avvia verso una conferma del fatturato 2019 (120 milioni, per il 30% derivato da esportazioni), ma “il mix è totalmente diverso – riferisce il direttore generale Filippo Ceffoli – perché a fronte delle difficoltà sull’estero che vive l’intero segmento, dato che non possiamo dire che la pasticceria fine italiana sia tra i prodotti essenziali, è invece cresciuta in doppia cifra la gdo in Italia, dove abbiamo fatto valere la marca. Questo ci ha consentito di andare in controtendenza rispetto al nostro segmento. E in fondo proponiamo un prodotto con valenza consolatoria”. Il mix di canali horeca, ingrosso e vending machine ha invece subito il contraccolpo del lockdown in maniera importante, e la marginalità si è abbassata. “Questo vale anche per gli Usa – specifica il dg – dove siamo inseriti come premium negli scaffali ‘etnici’. Viviamo molto della stagionalità dei prodotti da ricorrenza e quest’anno abbiamo raggiunto meno del 30% dei volumi previsti a budget. Cerchiamo di recuperare con le vendite continuative, ma il nostro non è un prodotto mainstream e questo ci penalizza”. Proprio per questo Vicenzi ha attivato alcuni progetti dedicati alla grande distribuzione americana. “Prevediamo – conclude Ceffoli – un calo per la pasticceria fine italiana. Un prodotto più basic, con un taglio internazionale, dovrebbe invece funzionare nel canale club e stiamo lavorando su questo. In termini strategici credo che il made in Italy sia ancora un valore, ma non possiamo puntare solo su quello. Usciremo dunque con prodotti a marchio Vicenzi, ma anche con altri a marchio del distributore (anche per lo shopping online) pur con caratteristiche di qualità italiana. Questo dovrebbe consentirci di crescere comunque, nell’attesa di un ritorno alla normalità che ci permetta di tornare a concentrare gli sforzi sul brand”.