Cambio di location a Milano, fine delle consulenze per il Caffè Fernanda in Brera e per il San Giorgio Cafè a Venezia, ma anche tante novità per la Sicilia. Il 2020 è un anno di grandi cambiamenti per Filippo La Mantia, che il 31 dicembre svolgerà l’ultimo servizio presso il suo ristorante di piazza Risorgimento, la cui gestione è diventata insostenibile economicamente nella fase post covid. Il contratto si concluderà all’inizio di febbraio, e il mese di gennaio verrà utilizzato per smontare tutte le attrezzature e presumibilmente per spostarle nella futura location, perché La Mantia precisa: “Non andrò via da Milano, città che mi ha dato tanto e che anche in questi giorni mi ha travolto da un punto di vista affettivo. Ci sono diverse opportunità al vaglio, tre in particolare, e vedremo quali si concretizzeranno”.
Ma se al nord l’attività di La Mantia è destinata a ridursi, considerando anche la fine delle consulenze per la caffetteria di Brera, aperta la scorsa estate, e per il ristorante situato nell’isola lagunare di San Giorgio Maggiore (“A Venezia la situazione è ancora più difficile”, precisa l’oste e cuoco), in Sicilia sta andando in tutt’altro modo. La nuova esperienza di Messina, iniziata a giugno di quest’anno, si è rivelata di grande successo. Nella città dello stretto, La Mantia ha acquisito la consulenza del nuovo ristorante creato da Miscela d’Oro, azienda messinese del caffè, nei locali dello storico ex Bar Billè, ristrutturato secondo un progetto di Piero Lissoni.
In più, c’è un nuovo progetto che vedrà impegnato La Mantia dal mese di dicembre e riguarda Palermo. Si tratta del Grand Hotel delle Palme, in fase di ristrutturazione. Inizialmente prevista per quest’estate, la riapertura è stata rinviata all’inizio di dicembre. La proprietà della struttura è del fondo di investimento Algebris, che lo ha acquisito all’asta. Si parte con il ristorante gourmet da 40 posti al piano terra e per il bistrot, per poi aggiungere in estate un ristorante e un dehors esterno all’ultimo piano.
L’addio al ristorante di piazza Risorgimento non sarà indolore. Tuttavia, l’affitto del locale, 28mila euro al mese, era diventato troppo alto rispetto agli introiti. Lo stesso La Mantia ha affermato, durante la trasmissione In Onda su La7, che gli incassi dopo la riapertura sono diminuiti del 40 percento. “Mi ridimensiono per poter ripartire in tranquillità e cercando di pagare tutti”, ha concluso.