Anno da ricordare per Eureka. L’azienda dei macinacaffè di fascia alta con sede a Sesto Fiorentino, già protagonista nel 2019 di un balzo del 38% salendo a 34,5 milioni di euro di fatturato, è riuscita a spiccare il volo anche nel 2020 chiuso a poco meno di 40 milioni, in crescita del 20% grazie al trend che il managing director Maurizio Fiorani definisce come home-barista. In sostanza, il canale b2c ha aumentato la sua incidenza dal 30 al 50% dei ricavi, perché i consumatori rimasti chiusi in casa hanno voluto acquistare sistemi sempre più evoluti per la preparazione del caffè di qualità paragonabile a quella dei bar. E l’acquisto del macinacaffè ha accompagnato quello della macchina.
“In effetti la crescita degli ordini da parte dei distributori che operano direttamente sul consumer è stata spaventosa”, afferma Fiorani. È invece diminuita la quota derivante dalle collaborazioni industriali. Il trend sostenuto delle vendite al consumer ha favorito sistemi più compatti, per ragioni di spazio utilizzabile in cucina, e di facile utilizzo. Nel frattempo, l’azienda ha continuato a innovare anche i prodotti per il canale professionale, come dimostra il lancio del marchio Eureka Oro, al debutto con il modello Mignon Xl, evoluzione premium con macine di 65 mm macinacaffè iconico dell’azienda fiorentina. Il marchio Eureka Oro è stato presentato in contemporanea con i festeggiamenti, purtroppo virtuali data la situazione, dei cent’anni dalla fondazione di Eureka, che risale al 1920.
L’Italia rappresenta appena il 5% del business di Eureka, che ha come principali mercati di riferimento la Germania e gli Stati Uniti. In forte crescita l’Asia, che sta offrendo un bel contributo all’incremento dei ricavi anche nell’anno da poco iniziato. “Il risultato di fine anno – precisa Fiorani – dipenderà molto dall’evoluzione della pandemia. In generale, mi aspetto un primo semestre molto intenso, sempre per la spinta all’acquisto da parte del cliente finale, e un secondo semestre più calmo perché pian piano si tornerà alla normalità e a degustare il caffè al bar; quindi gli acquisti per la casa rallenteranno mentre i bar torneranno a lavorare, ma a quel punto tra le loro priorità non ci sarà il cambio dell’equipment”. Ciononostante, conclude Fiorani, il risultato dovrebbe essere nuovamente in crescita.