L’Etna Doc diventerà Docg. L’assemblea dei soci del Consorzio Tutela Vini Etna Doc ha ufficialmente dato il calcio d’inizio all’iter per ottenere il riconoscimento della Docg per l’intera denominazione etnea.
Il passaggio comporterà alcuni cambiamenti all’attuale disciplinare di produzione. Per quanto riguarda la tipologia spumante, verrà aggiunta la possibilità di utilizzare, oltre al Nerello Mascalese, anche la varietà Carricante, e sarà inoltre possibile produrre la versione Pas Dosé. La resa della tipologia Etna Rosso con Uga – Unita Geografica Aggiuntiva verrà diminuita, mentre il numero delle Contrade – attualmente 133, riconosciute a partire dal 2011 e legalmente equiparate a Uga – aumenterà a seguito della richiesta di produttori presenti in aree ancora non delimitate. Infine, nel futuro disciplinare Docg, sarà possibile indicare come Uga il nome di uno dei venti comuni se le uve provengono interamente da quel territorio.
I confini complessivi della denominazione etnea rimarranno invece immutati. Nel 2022 gli ettari vitati rivendicati sono stati 1290,82, suddivisi tra 442 viticoltori. La produzione, sempre nel 2022, è stata di 43,6mila ettolitri rivendicati a Doc Etna, pari a 5,8 milioni di bottiglie (+28,68% rispetto al 2021 e +34,6% sul 2019).
“Le modifiche che verranno apportate al nuovo disciplinare ci consentiranno di aumentare ulteriormente il livello qualitativo dei nostri vini e di fornire ai consumatori elementi che rendono la nostra produzione ancor più distintiva”, commenta Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna Doc.
“Siamo molto felici – prosegue Cambria – si tratta di una decisione importante, direi storica, per tutto il territorio etneo. La decisione è stata presa all’unanimità dai tanti soci presenti durante l’assemblea, all’interno di un clima di grande collaborazione e partecipazione”.