Pallini chiude un altro anno in crescita a doppia cifra. L’azienda romana attiva nella produzione di liquori e nella distribuzione di prodotti di importazione ha registrato nel 2023 un fatturato di 21,5 milioni di euro, in aumento del 17% sui 18 milioni del 2022 (anno in cui aveva realizzato un +26 per cento). A guidare la crescita, come spiegato dalla presidente e CEO, nonché presidente di Federvini, Micaela Pallini a Pambianco Wine&Food, ci sono stati in primis estero e canale duty free (+30 per cento).
L’azienda genera l’85% del suo fatturato in 58 Paesi e ha registrato aumenti sia nei mercati consolidati sia in quelli di nuovo ingresso (Grecia, Polonia, Francia, Svizzera, Portogallo, Paraguay, Filippine, Cipro e Brasile). “La Danimarca, per esempio, è un Paese piccolo per noi ma è cresciuta moltissimo”, specifica Pallini. “Notevole anche il fermento registrato in altri mercati, come in Spagna, Portogallo e Paesi Baltici, per le iniziative focalizzate sulla strategia del Limoncello Spritz, che ha visto l’aggiunta del prodotto pronto sia in lattina che alla spina”.
Di contro, l’Italia ha riportato una crescita più contenuta. Qui l’Horeca genera circa il 60% del fatturato grazie soprattutto all’attività di distribuzione che incide per il 40% dei ricavi Italia.
In termini di prodotto, Amaro Formidabile ha registrato un aumento delle vendite del 20% e l’obiettivo per l’anno in corso è lanciarlo anche in Usa e Germania. Limoncello Pallini, tra i più rappresentativi prodotti dell’azienda, ha raggiunto un market share globale a valore di oltre il 15% e nel 2024 subirà un restyling in vista della celebrazione del 150° anniversario dell’azienda nel 2025. Quest’anno, tra l’altro, la gamma di limoncelli sarà ulteriormente arricchita con il Limoncello Spritz, sia ready-to-drink in lattina sia alla spina, ed alcune edizioni limitate. Limonzero, il primo limoncello analcolico lanciato nel 2023, ha avuto un “ottimo riscontro” negli Stati Uniti e nel Nord Europa e per il 2024 se ne prevede una crescita del 30%, portandolo a valere il 10% del volume del limoncello nei prossimi due anni.
“Il trend dei prodotti analcolici o a basso tenore alcolico sta crescendo in moltissimi mercati, in particolare nel Nord Europa ed oltreoceano”, conclude Pallini. “Negli Stati Uniti, per esempio, iniziano ad esserci intere sezioni dedicate ai prodotti no alcohol nei negozi e nelle carte dei drink. A fronte di questo scenario è un vero peccato notare come il vino italiano stia purtroppo perdendo un’occasione: mancano, infatti, ancora dei dettagli normativi in grado di permettere quel processo di dealcolizzazione in cantina che in altri paesi europei invece è già possibile”.