Ci vorranno 5 anni per tornare ai livelli pre-covid nel mondo dei vini e degli spirits, e molti degli equilibri raggiunti in precedenza sono destinati a cambiare. Ad affermarlo è Iwsr, che ha analizzato la flessione già avvenuta nei mesi scorsi e calcolato i tempi di ripresa del mercato. Si partiva da una situazione piuttosto positiva, con la crescita complessiva del 3,6% in valore nel corso del 2019 e con un trend di consumo fortemente orientato verso le bevande a basso contenuto alcolico e calorico, che lo scorso anno avevano registrato un incremento pari a +19,6% in volume e +18,8% in valore.
Il calo del 2020 è previsto a due cifre perché la perdita del fatturato nel mondo horeca non sarà compensata dal recupero registrato nella grande distribuzione e dal boom dell’online. Va poi tenuto conto del crollo di un altro canale, quello del travel retail, anch’esso destinato a tornare ai livelli pre-covid soltanto nel 2024.
In prospettiva, Iwsr evidenzia le dinamiche favorevoli di bevande più leggere rispetto al vino. È il caso dei cosiddetti hard seltzer, il cui volume dovrebbe crescere del +7,2% in volume nel periodo 2019-2024, e della birra low alcol, per la quale si prevede un’ulteriore crescita di +8,1% nei prossimi 5 anni, e che sta trainando l’intero comparto birrario.
“La pandemia – ha affermato in una nota il ceo di Iwsr, Mark Meek – è destinata a causare un effetto più profondo e duraturo nel settore delle bevande a livello globale rispetto a qualsiasi altra cosa abbiamo sperimentato prima. Anche la recessione successiva alla crisi finanziaria del 2008 è stata meno grave di quella che stiamo vedendo ora. Per molti aspetti, il 2019 è stato forse l’ultimo anno ‘normale’ per l’industria delle bevande”.