La filosofia alla base del marchio Olmar consiste nel sanificare gli ambienti in presenza di persone e animali, creando benessere termico e riducendo il rischio di malattie virali attraverso un sistema di riscaldamento a raggi infrarossi lontani. Per respirare a pieni polmoni
di Giulia Mauri
Oggi più che mai l’antibatterico è un trend. Dalla moda ai tessuti, fino ai rivestimenti ceramici e all’arredamento, la consapevolezza di voler vivere e lavorare in ambienti salubri coinvolge l’ambito domestico e ancor più il settore dell’hospitality, condizionando in questa delicata fase di ripartenza le scelte immediate e future di privati e imprenditori. L’utilizzo di purificatori e sanificatori d’ambiente diventa così essenziale per ridurre il rischio di diffusione di virus e batteri non solo nelle case, ma anche negli uffici, negli hotel e nei locali pubblici. La startup Heatalo, con il suo marchio Olmar, è scesa in prima linea per affrontare le nuove sfide del presente. Di strategia e innovazione ha parlato l’amministratore delegato Marco Foscari Widmann Rezzonico.
Sanificazione significa prevenzione. Come è nata l’idea di contribuire alla diminuzione della carica batterica e virale in luoghi chiusi attraverso l’ozonizzazione e la ionizzazione dell’aria?
Abbiamo iniziato a produrre una nuova gamma di prodotti interamente dedicata alla sanificazione dell’aria, in aggiunta ai nostri prodotti di riscaldamento, affinché le persone possano vivere e lavorare in un ambiente riscaldato e con un’aria pura, equivalente
a quella che si respira in montagna a circa 600-700 metri di altitudine. Abbiamo ritenuto opportuno dedicarci a questi prodotti soprattutto per far fronte all’assenza di un ricambio d’aria adeguato nelle nuove costruzioni.
La tecnologia Olmar, grazie all’effetto degli ioni d’argento e dell’ozonizzazione dell’aria, consente di sanificare gli ambienti e di abbattere i germi. Una proprietà che è stata oggetto di un report tecnico-scientifico da parte di inovaLab, spin-off dell’Università di Padova.
Lo scorso gennaio abbiamo avviato questa collaborazione con lo spin-off dell’ateneo patavino, che ha condotto uno studio tecnico- scientifico sull’efficacia dei prodotti sia di riscaldamento che di sanificazione. L’ozono è, infatti, riconosciuto come un presidio
per disattivare molti germi e batteri diffusi. Utilizzando, poi, la tecnologia cosiddetta a ‘Raggi Infrarossi Lontani’ (Fir), il sistema messo a punto da Olmar permette anche di riscaldare gli ambienti, senza spostamento dell’aria, così da limitare il rischio di diffusione o trasmissione dei virus più pericolosi. Trattandosi di una tecnologia nuova in un settore in cui non si è abituati all’innovazione, abbiamo considerato importante ottenere il supporto tecnico-scientifico di un’istituzione riconosciuta.
In quale misura l’emergenza da Covid-19 ha impattato la vostra attività? Come avete reagito?
La situazione sanitaria ha fatto sì che le persone fossero più attente a questi temi e che ricorressero maggiormente ai nostri prodotti, attratti dal fatto di poter riscaldare, purificare e sanificare con lo stesso apparecchio la propria casa. Durante il lockdown, ci siamo mossi prevalentemente attraverso la comunicazione e la vendita online, raggiungendo ottimi risultati in fatto di interesse e di vendite. In seguito, alla riapertura, i nostri agenti li hanno presentati sul territorio.
Il vostro business ne ha risentito? Quali sono le previsioni per l’anno in corso?
Abbiamo avvertito un calo di fatturato non potendo operare regolarmente durante il periodo di confinamento. Siamo, però, fiduciosi di poter chiudere l’anno in linea con il 2019, che ha totalizzato più di 3 milioni di euro. Siamo, infatti, riusciti a procedere con tutti i progetti che avevamo in programma e stiamo riscontrando interesse verso una nuova linea di prodotti da esterni, chiamata ‘Thor’, che è attualmente in produzione.
Potrebbe dirci di più a riguardo?
Si tratta di pannelli di riscaldamento che emettono raggi infrarossi lontani attraverso una lastra di vetro brevettata di soli 10 mm, garantendo un alto livello di efficienza. A differenza, infatti, dei funghi a gas, non necessitano di approvvigionamento di bombole e non sono vincolati né alle nuove normative restrittive di produzione di CO2 né al divieto di ricovero in spazi interni.
Come sta rispondendo il mercato?
Siamo molto felici dei risultati commerciali, considerando che ci rivolgiamo a tutte quelle attività che, a causa del Covid e del numero limitato di persone consentite negli spazi interni, stanno cercando di rendere fruibili anche nel periodo autunnale o invernale dehors, terrazze e giardini. E quindi ristorazione, hotellerie e, in generale, hospitality.
Quali progetti vi traghettano nell’immediato futuro?
Ci siamo resi conto che, nonostante gli ordini arrivino anche tramite l’online, c’è la necessità di vedere i prodotti e di toccarli con mano, per cui vorremmo estendere la nostra presenza sul territorio nazionale. Per farlo, abbiamo deciso di creare una catena di franchising, 100% italiano, che ci consentirebbe di aprire dei negozi monomarca e di far conoscere la nostra gamma di prodotti per il riscaldamento e la pulizia dell’aria anche in zone lontane dalla nostra sede o dalla nostra attuale copertura commerciale.
L’ecosostenibilità è diventata ormai un must. In quale modo Olmar si impegna a migliorare la relazione tra l’uomo e l’ambiente in cui vive?
I nostri prodotti non impattano sull’ambiente perché l’energia elettrica, rispetto all’energia creata dalla combustione, è pulita, sostenibile e rinnovabile. Inoltre, Olmar ha sviluppato una tecnologia brevettata che consente di ottimizzare i consumi e i relativi costi di energia necessari al raggiungimento del benessere termico desiderato abbassando fino al 40% l’energia di spunto nel mantenimento di esercizio. Infine, i nostri pannelli da riscaldamento sono composti da una fusione di vetro e argento, entrambi materiali reciclabili.