Nel 2016, nel mondo, sono stati consumati 2,9 milioni di tonnellate di tè, che solo nel 2002 erano appena 1,6, a testimonianza di come questa bevanda sia in continuo sviluppo e sempre più apprezzata dai consumatori. E Damman Frères, tra le maison del tè più antiche d’Europa che ancora sia basata nel vecchio Continente (conta su un’area produttiva da 31mila metri quadrati alle porte di Parigi), vuole sfruttare l’ottimo momento per mettere in atto un piano retail piuttosto allargato. A raccontarlo a PambiancoWine è Flora Jumeau-Lafond, direttore generale nonché terza generazione della famiglia fondatrice, che nel 2007 ha ceduto la maggioranza (circa l’80% delle azioni) al gruppo Illy. “Grazie alle sinergie con Illy, anche in termini di distribuzione, stiamo valutando un piano di aperture piuttosto mirato; non saranno opening ‘a tutti i costi’, perché ci piace crescere ai nostri ritmi, anche dicendo qualche no, ma costituiranno una fase di sviluppo importante per il marchio”.
Damman Frères, che insieme ad altri marchi come Domori fa parte della galassia extracaffè del gruppo triestino, ha nella Francia, in Italia, Asia e Stati Uniti i mercati principali, ed è proprio all’Oriente che la maison guarda con maggiore interesse: “Ci sono forti margini di sviluppo in aree come Giappone e Sud Corea, dove abbiamo appena aperto una serie di boutique. Ma anche l’Europa è un mercato fondamentale, e infatti abbiamo da poco tagliato il nastro di 3 nuovi store a Parigi”. A Milano, il marchio di tè è presente con una boutique in zona Corso Como, al civico 12 di Piazza XXV Aprile, in cui giovedì scorso si è tenuta una presentazione di tutte le gamme di tè della maison.
L’occasione è stata anche quella per condividere alcuni dati economici. “Nel 2016 il fatturato è stato di 32 milioni, e siamo arrivati a essere distribuiti in ben 60 Paesi. Una larga fetta dei ricavi arriva dai nostri negozi, ma anche da retailer terzi, dai department stores e dall’hotellerie”.