Per il vino italiano, la chiusura immediata e imprevedibile del ‘fuori casa’ non sarà compensabile, almeno per quest’anno. Il canale horeca vale al consumo 6,5 miliardi di euro, tra Italia ed estero, e i ristoratori sono da sempre i più influenti testimonial delle nostre etichette a livello internazionale. Al di là dell’impatto sui conti per il bilancio 2020, la crisi conseguente alla pandemia ha evidenziato la necessità di trovare una via alternativa al canale professionale per raggiungere il cliente finale. Il contemporaneo boom dell’e-commerce ha posto il digital al centro della scena, dando impulso a quella rivoluzione multichannel che la maggior parte dei produttori aveva considerato come possibile e necessaria, ma non a così breve termine. Nel frattempo, la crescita della grande distribuzione ha offerto un aiuto importante alle aziende ben inserite nei supermercati, premiando però le etichette di primo prezzo e penalizzando quelle di fascia alta e medio/alta, le più importanti per la marginalità del comparto. È per questo che i nostri produttori continueranno a offrire alla ristorazione un forte sostegno anche finanziario, investendo così nella ripresa di un partner strategico e che certamente, passata la crisi, tornerà ai fasti di un tempo. Ma i budget destinati al digital saranno una voce sempre più consistente nei conti delle aziende. E non si limiteranno al solo e-commerce, che è senz’altro una modalità di vendita efficace ma appare sempre più come il finalizzatore di un gioco di squadra, il centravanti in grado di concludere a rete un’azione corale organizzata in modalità b2c con una costante attenzione al millennial winelover il quale, anche al ristorante, si presenterà con richieste sempre più precise e orientate verso i brand che hanno saputo e potuto investire in digital marketing. E tutto questo andrà a vantaggio delle aziende grandi e strutturate. I piccoli produttori non sono automaticamente fuori gioco, ma devono mettersi in discussione e trovare partner, industriali o finanziari, in grado di accompagnarli a giocare la partita all’attacco, perché una tattica difensiva non darebbe scampo.