Da Lvmh all’amaretto. È stata una scelta non soltanto imprenditoriale quella di Jean-Robert Bellanger, ex manager della divisione watches & jewelry del colosso francese del lusso, ma anche di vita, legata all’amore per l’Italia e in particolare per la Puglia, dove oggi viene prodotto il suo liquore che punta a coprire un vuoto di mercato: quello dell’amaretto artigianale.
Così l’ex direttore internazionale digital marketing ed e-commerce del marchio Tag Heuer ha realizzato Adriatico, un amaretto con ingredienti naturali e fortemente territoriali. Il marchio è di proprietà della società Bellaventura France, creata dallo stesso Bellanger e da Thomas Benoit, ed è una start up di buone speranze che si stanno concretizzando anche attraverso la collaborazione con Eataly, che ha iniziato a esporre Adriatico nei suoi scaffali internazionali, e soprattutto per il mercato italiano con Velier, che ne ha preso in carico la distribuzione.
Bellanger conosce già l’ambito del beverage, essendo stato in forze per oltre sei anni in Redbull sempre con l’incarico del digital marketing. Si tratta quindi di un ritorno al passato ma in chiave decisamente più craft. “Proprio perché adoro l’amaretto – racconta a Pambianco Wine&Food – mi sono sempre chiesto perché non fosse possibile degustare un amaretto ‘vero’, basato solo su ingredienti naturali e privo di additivi. Pensando alla diffusione internazionale di questo spirit e al suo utilizzo nella mixology, ho investito direttamente ed è nato Adriatico”.
Le caratteristiche di quest’amaretto, prodotto da un’azienda specializzata di Putignano (Bari), partono innanzitutto dall’ingrediente base ovvero le mandorle, raccolte a mano e sottoposte a un processo di tostatura, tutte provenienti dalla Puglia. La mandorla in questione è della varietà Filippo Cea, macerata e distillata, quindi combinata con note di vaniglia, cannella, cacao e un pizzico di caffè. Lo zucchero di canna viene utilizzato in misura minore rispetto ad un Amaretto tradizionale (due volte meno). Infine, si aggiunge un pizzico di sale proveniente dalla salina Margherita di Savoia, sempre in Puglia.
Un richiamo alla regione di origine è presente anche nella bottiglia, la cui forma cilindrica si ispira all’architettura medievale di Castel del Monte.