Portare il vino italiano negli Stati Uniti con più facilità. È questo, in sostanza, lo scopo di Ups che ha lanciato un nuovo servizio b2c pensato ad hoc per gli scambi Italia – Usa e cha fa leva sull’espansione dell’enoturismo nel Belpaese. “Per quanto riguarda l’export di vino, tra i mercati più complessi e regolamentati ci sono gli Stati Uniti che, tra l’altro, rappresentano una destinazione ambita in quanto è lì che sono dirette circa 1/4 delle esportazioni italiane. Negli Stati Uniti non è infatti possibile spedire vino direttamente al consumatore finale, così come non è possibile, per i privati, acquistare online bevande alcoliche che provengono dall’estero”, ha spiegato a PambiancoWine&Food Lotta Vikman, retail segment marketing manager di Ups Italia.
Nello specifico, il nuovo servizio è stato sviluppato appositamente per produttori, enoteche, agriturismi e negozi gourmet italiani così che possano, comodamente e senza ostacoli, spedire il vino direttamente a casa dei clienti/turisti statunitensi che lo hanno acquistato durante il loro soggiorno in Italia. “La spedizione, infatti, deve viaggiare attraverso una procedura specifica e noi siamo l’unico corriere espresso a offrire questo servizio con un raggio d’azione così ampio, coprendo 27 Stati + DC. Un servizio, questo, indispensabile soprattutto per le realtà più piccole, le quali non dispongono delle risorse necessarie per far fronte alla burocrazia che richiede l’iter di spedizione”.
Gli Stati Uniti, infatti, sono il primo mercato di destinazione del vino italiano in bottiglia, in quanto assorbono ben il 25% dell’export totale per un valore pari a 1,32 miliardi di dollari nel 2018. Più nello specifico, gli americani preferiscono i vini fermi, che rappresentano il 75% del totale. Ciononostante, i vini frizzanti sono più dinamici, tanto da aver realizzato una crescita del 13% nel 2018.
Questo si aggiunge al servizio Ups b2c “classico”, che copre 53 paesi tra cui Cina, Corea del Sud, Giappone, Canada, Repubblica Domenicana, Hong Kong, India, Macau, Sudafrica, Svizzera e Regno Unito, e a quello b2b che ha una copertura globale in oltre 74 Paesi.