Ad aprile aprirà il terzo punto vendita di Cuori di Sfogliatella a Napoli, nella centralissima via Toledo, con un incremento stimato di fatturato di un milione di euro. Il brand creato nel 1987, quando il pasticcere Antonio Ferrieri avviò la sua pasticceria accanto alla stazione centrale di Napoli, è attualmente presente con i punti vendita di corso Novara (1,85 milioni di incasso) e piazza Garibaldi (1,2 milioni), ai quali si aggiungono le spedizioni all’estero per un giro d’affari complessivo di 3,7 milioni di euro.
Dopo Napoli, è già pronto un piano di espansione che prenderà il via nel 2020 con tre aperture previste a Roma, Milano e Londra. Il giro della sfogliatella risulta interessante con un margine operativo di 300 mila euro e un mercato crescente nei Paesi Arabi e nel Regno Unito.
Le previsioni per il 2019 sono positive: secondo Antonio Ferrieri, senza considerare la nuova apertura di Napoli, il fatturato aumenterà del 20% grazie alla crescita naturale dei punti vendita esistenti e all’inserimento di nuovi prodotti di punta. “Anche per il mercato estero è previsto un incremento del 10%, avendo da poco aperto le consegne negli Stati Uniti. A questi si aggiunge naturalmente il milione di euro stimato con l’apertura del punto vendita di via Toledo dal mese di aprile” racconta il re della sfogliatella. “In totale, dovremmo arrivare a un fatturato superiore ai 5 milioni di euro”.
La principale caratteristica di Cuori di Sfogliatella è individuabile nella varietà di prodotto. Esistono infatti le varianti come la Vesuviella (sfogliatella a forma di Vesuvio, coperta di cioccolato), le sfogliatelle vegane e senza glutine, le rustiche salate, le sfogliatelle borboniche (che racchiudono la ricotta siciliana e il babà napoletano) e la Konosfoglia ( un cono con la forma e l’impasto della tipica sfogliatella riccia partenopea). Tuttavia, il cavallo di battaglia resta la sfogliatella napoletana classica, che è anche il prodotto più profittevole. Tra le speciali invece la maggiormente richiesta è quella al pistacchio, anche se ha un margine decisamente più basso per il costo elevato della materia prima usata.