Fare leva sulla scarsità dei volumi per incrementare il prezzo medio e, di riflesso, il posizionamento. È questa, in sintesi, l’opportunità che si para davanti al Brunello di Montalcino. La nuova annata commerciale, ovvero la 2017 della denominazione toscana, sconta infatti una produzione nettamente inferiore a quella precedente e pari a circa 2 milioni di bottiglie in meno, per un totale di oltre 8,7* milioni di bottiglie. E nei primi quattro mesi dell’anno, i produttori hanno già immesso sul mercato il 60% della propria consistenza iniziale, contro il 53% nello stesso periodo l’anno scorso.
“Con oltre due milioni di bottiglie in meno per molti produttori sta diventando difficile riuscire a evadere le richieste del mercato”, ha commentato Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino . “Ma per una denominazione come la nostra, che vuole progredire ancora sul fronte del valore e quindi del prezzo medio, può essere l’occasione per orientare l’offerta verso un posizionamento più alto”.
Secondo il nuovo Osservatorio prezzi del Consorzio, il valore medio del vino toscano ha già cominciato a crescere in modo significativo nel 2021 (+8%) e ha registrato un ulteriore incremento del prezzo medio nel primo trimestre del 2022.
Tornando ai dati del primo quadrimestre, elaborati dal consorzio su base Valoritalia, anche l’annata 2016, protagonista quest’anno con la versione Riserva, prosegue la corsa record iniziata nel 2021. Le quantità sono però ormai in esaurimento, con circa 536 mila bottiglie ancora da commercializzare che rappresentano il 5% rispetto al totale prodotto (già tra l’altro venduto).
*Notizia modificata alle 17.56 del 06/06/2022