Non un un singolo exploit, come Pietro Mennea, ma tanti e costanti record uno dietro l’altro, come Sergej Bubka. Attinge dall’atletica leggera Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad, per presentare i dati di pre-consuntivo nella consueta conferenza stampa di fine anno organizzata dal leader della Gdo italiana. L’obiettivo è quello di una crescita costante, anno dopo anno. A partire dal fatturato, sempre con segno più da 15 anni e che nel 2022 arriva a 18,45 miliardi di euro, +8,5% rispetto al 2021.
Quota di mercato oltre il 15%
Cresce la quota di mercato, per la prima volta sopra il 15%, così come le performance di un po’ tutte le insegne con le quali Conad è presente sul mercato, sia le grandi superfici, altrove in crisi e che invece in questo caso portano a casa risultati con segno positivo sia a rete omogenea (+4,7%) che a rete assoluta (+6,9%), sia quelle di prossimità (+5,5 per cento). Queste ultime, inoltre, sono oggetto di un’operazione di rilancio con l’insegna Tuday, per ora presente con quattro negozi, ma che nel medio periodo Conad intende portare ad almeno un centinaio di punti vendita, come ha annunciato il direttore generale Francesco Avanzini. Conad investirà 2,08 miliardi di euro fino al 2024, 701 milioni già il prossimo anno, indirizzati su alcuni asset: digitalizzazione, canalizzazione, prodotti a marchio e sostenibilità.
La via di Conad all’e-commerce e all’ominicanalità
Hey Conad, la piattaforma di e-commerce lanciata qualche mese fa, ha l’ambizione di diventare non tanto e solo un servizio di spesa a domicilio, quanto una sorta di ecosistema che fornisca una serie di servizi che vanno dal tempo libero alla salute: vedrà il suo vero sviluppo, anche in termini di investimento in comunicazione, nel 2023. L’omnicanalità, secondo Conad, si sviluppa attraverso una serie di insegne principali (i classici supermercati, i superstore e i city), degli spin-off (gli ipermercati rivisitati secondo la formula Spazio Conad, i nuovissimi Tuday e l’insegna premium Sapori & Dintorni) e una serie di negozi specializzati (Parafarmcia, Ottico, ConCura, PetStore e Self24H). Nel complesso si tratta di quasi 4.000 punti vendita che si muovono secondo direzioni differenti, che vanno dalla fidelizzazione all’attrazione, passando per l’innovazione e il servizio.
La centralità delle Private Label
L’offerta dei prodotti a marchio del distributore (Mdd) è un po’ il fiore all’occhiello di Conad: nel 2022 hanno fatturato 5,4 miliardi e sono cresciuti a valore del 12,6%: in pratica, un prodotto su tre appartiene a uno dei tanti brand interni di Conad, che coprono un po’ tutte le principali esigenze dei consumatori. Con una quota del 30,8%, che nel caso dei soli supermercati sale al 32,4%, Conad è di fatto anche leader delle private label, davanti a Coop ed Esselunga, le tre insegne che puntano maggiormente su un settore sempre più strategico, soprattutto in un periodo di crisi inflativa come quello attuale. Non a caso lo sviluppo di Conad si concentrerà in questo caso anche sulla convenienza, a partire dalla linea Bassi & Fissi, che rappresentano un paniere con più di 700 prodotti che coprono 140 categorie.
Infine la sostenibilità, con il proseguimento della strategia “Sosteniamo il futuro” e la presentazione a settembre della Fondazione Conad ETS, ente non profit costituito per valorizzare l’impegno di Cooperative e Soci sul territorio.
Aumento dei listini: Conad chiede uno stop per i primi 3 mesi del 2023
Per quanto riguarda il tema dell’inflazione e dell’aumento dei listini dei fornitori, Pugliese ribadisce quanto già chiesto dalle principali associazioni del settore della grande distribuzione, ovvero la necessità di fermare gli aumenti, nonché una sorta di tregua “per i primi tre mesi del 2023” per bloccare un’emorragia dei consumi già avvertibile con il calo dei volumi in atto. Per ora, però, il mondo industriale non sembra voler accettare, come ha ribadito nei giorni scorsi Francesco Mutti, presidente di Centromarca, sostenendo come una moratoria dei prezzi pregiudicherebbe la tenuta del tessuto produttivo.