“Nonostante il risveglio del mercato, in particolare nella seconda parte dell’anno, non abbiamo ancora raggiunto i risultati di pre-pandemia. Ci aspettiamo però un 2022 positivo, in particolare grazie al ritorno degli appuntamenti fieristici, con una definitiva ripresa del settore”. Enrico Cerulli Irelli, presidente del Consorzio di tutela Colline Teramane, sintetizza in poche pennellate lo stato dell’arte nella denominazione abruzzese che ha presentato in questi giorni in anteprima la produzione di Montepulciano.
La denominazione Colline Teramane ha distribuito 540mila contrassegni ministeriali nel 2019 e 480mila nel 2020, ma, pur in attesa dei dati ufficiali relativi al 2021, il Consorzio già conferma il recupero non ancora completo di quel 10% lasciato sul terreno in tempo di pandemia. “Una perdita dovuta al fatto che i nostri vini trovano il loro sbocco naturale nell’horeca – evidenza Cerulli Irelli – il settore che tra gli altri ha sofferto maggiormente le restrizioni e le chiusure”. Le etichette di Colline Teramane hanno infatti un mercato quasi totalmente interno: l’85% della produzione è distribuita a livello nazionale e solo il 15% all’estero, principalmente tra Stati Uniti, Germania e Nord Europa.
Racchiusa tra il massiccio del Gran Sasso e il mare Adriatico, attualmente la denominazione Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg (istituita nel 2003) si estende su una superficie totale di 172 ettari con una produzione annua di circa 400mila bottiglie.
Il Consorzio valorizza e tutela inoltre le denominazioni Controguerra Doc, che prevede al suo interno la presenza di alcuni vitigni internazionali, e Colli Aprutini Igt.
I produttori dell’area hanno puntato molto sulla sostenibilità. “Vogliamo valorizzarla nei processi produttivi e nella gestione aziendale – chiarisce il presidente – oltre che in sinergia con il territorio per lo sviluppo di un turismo di scoperta e di prossimità che aiuti il lavoro dei nostri viticoltori”. Oltre l’80 per cento delle aziende ha scelto di lavorare in modo sostenibile (chi in regime biologico, chi in lotta integrata, chi seguendo pratiche biodinamiche) e il Consorzio incoraggia questi approcci. “Le colline verdi che compongono l’ossatura centrale della provincia di Teramo – conclude Cerulli Irelli – sono il tessuto connettivo tra il mare e i monti, incarnando sempre più questa vocazione nel quadro di un territorio sano, meta sicura di viaggi ed esperienze”.