C’è ottimismo in casa Col Vetoraz che dalle colline del Valdobbiadene fiuta il recupero sul 2020 già nel 2021. L’anno infatti “è partito molto bene”, ha spiegato a Pambianco Wine&Food Loris Dall’Acqua, enologo e AD dell’azienda. “Nel primo quadrimestre siamo a quota +17% sul 2020, un dato che rimane comunque un poco al di sotto rispetto al 2019 ma è comunque significativo se si considera che i primi due mesi del 2020 erano stati normali”. Per quanto riguarda l’intero anno, “è difficile fare una previsione, ma se le cose dovessero mantenersi così, e quindi con le riaperture certe e stabili, senza alcuna retromarcia, io mi ritengo ottimista per quanto riguarda la risposta del mercato”. Se si parla di tornare a livelli pre Covid, “per un’azienda che lavora esclusivamente con il canale Horeca penso ci vorranno un paio d’anni, ma se, come nel nostro caso, c’è una situazione mista, è possibile già nell’anno in corso, salvo altri blocchi”.
Col Vetoraz, infatti, vede il proprio giro d’affari dipendere al 90% dal canale horeca (di cui 70% Italia e 20% estero) e il restante 10% dalla Gdo. Quest’ultimo canale è stato introdotto ufficialmente, e volontariamente, nel 2019, dopo anni in cui l’azienda aveva sposato la linea della sua assenza dalla grande distribuzione. “Per diverso tempo abbiamo cercato di bloccare tutte le triangolazioni – prosegue Dell’Acqua – noi infatti non facevamo Gdo eppure il nostro prodotto era presente in questo canale. Abbiamo lavorato sulla tracciabilità del prodotto, spendendo molte energie ed eliminando i clienti che triangolavano. Eppure il problema continuava ad esserci”. Pertanto, “una paio di anni fa abbiamo deciso che l’unica soluzione possibile era prendere i contatti direttamente con le insegne che avevano il nostro prodotto, che sono soprattutto nel triveneto, cercando il più possibile di controllare il rispetto dei prezzi”.
L’incursione nel mondo della grande distribuzione si è comunque rivelata fortuita, in quanto “è capitato nel momento giusto vista la pandemia ed è diventato effettivamente un salvagente per questo periodo, anche se, in ogni caso, non abbiamo intenzione di incrementare la quota”. Questo, unitamente al “posizionamento e al rafforzamento del brand attuato negli ultimi anni, grazie anche all’eliminazione della dicitura prosecco dall’etichetta, ci ha permesso di realizzare un 2020 in calo del 6% su un fatturato di 10 milioni di euro, un risultato relativamente buono considerando le difficoltà e le flessioni registrate dalle altre aziende”.
Oltre alla parte vinicola, Col Vetoraz si dedica all’accoglienza che genera il 10% del fatturato. Questa divisione è “importante per noi, abbiamo una struttura e personale appositi”. Finora “abbiamo strutturato la sala accoglienza con quello che definiamo il ‘Percorso Formativo Conoscere Valdobbiadene’, in cui i collaboratori spiegano il territorio, la filosofia dell’azienda, e poi la degustazione”. L’idea, però, “nell’arco circa dei prossimi 5/6 anni, è quella di incrementarla, introducendo anche una struttura ricettiva vera e propria che sorgerebbe, con le sue otto stanze, all’interno di un edificio già esistente presso la sede della cantina”.