Icam consolida la propria leadership tra gli specialisti italiani del cioccolato. L’azienda lecchese, già in vetta nella classifica dei fatturati del 2019 pubblicata sul prossimo numero di Pambianco Magazine Wine&Food, (davanti a Nutkao ed Elah Dufour, proprietaria del marchio Novi), nell’ultimo esercizio è salita da 161 a 177 milioni di ricavi. Si tratta di una crescita del 9,3%, equivalente a oltre 15 milioni di euro in più.
“Con tutto quello che è successo, e con tutti i momenti anche drammatici vissuti in azienda nel periodo del primo lockdown, questo risultato ci riempie di orgoglio e di soddisfazione”, ha raccontato il direttore commerciale di Icam, Giovanni Agostoni. “È chiaramente un aumento costruito assieme alla gdo e in particolare nel private label, proprio perché i consumi si sono concentrati nei supermercati”. Se nel 2019 la produzione per marchi terzi generava il 39% del fatturato totale di Icam, nell’ultimo anno questa quota è salita al 43 percento. In direzione opposta, come prevedibile, si è mosso il giro d’affari del foodservice e dei prodotti a marchio proprio (come il premium brand Vanini), la cui incidenza è scesa dal 15 al 12% dei ricavi complessivi. È rimasta sostanzialmente invariata la situazione del terzo canale di Icam, quello dei semilavorati per le aziende industriali.
In Italia, Icam ha ottenuto un sostanziale pareggio rispetto al 2019, mentre all’estero il giro d’affari è aumentato del 15% portando la quota export dal 58 al 62% in soli 12 mesi. I mercati più brillanti? “Abbiamo avuto la conferma della bella sorpresa francese, ma anche della solidità della domanda per il Regno Unito, che presidiamo da molto tempo. Un altro mercato in fortissima crescita, e per noi estremamente importante, è quello americano”, precisa Agostoni. Aggiungendo che: “Al di là dei numeri, sempre determinanti, la nostra soddisfazione è anche legata all’essere riusciti a garantire la continuità aziendale. Le persone di Icam non hanno mai mollato, neanche nei momenti più difficili, dando credito a un’azienda che ha posto al centro la salute dei suoi collaboratori. La risposta dei reparti produttivi è stata straordinaria”.
In evidenza, durante l’anno, soprattutto i prodotti base per la realizzazione delle ricette, come le bustine di polvere di cacao. “Lo abbiamo chiamato ‘effetto pasticceria-casa’, è come se il cioccolato fosse rientrato nel paniere dei beni necessari anziché nei voluttuari. Ora per il 2021 ci aspettiamo una continuità per lo stile del consumo domestico e auspichiamo un recupero del canale professionale, che comunque non tornerà ai livelli del 2019 o almeno non subito. Ci sarà, infine, una crescita in ambito industrial, perché vediamo in atto diversi progetti industriali tra i player del cioccolato che noi riforniamo”. Tra i trend premiati dal mercato spicca quello della sostenibilità, particolarmente premiante per Icam, la cui produzione è per il 75% bio o fair trade o certificata etica.