Castello Monaci, realtà salentina controllata da Gruppo Italiano Vini, potenzia l’offerta con la messa a dimora a Trepuzzi (Lecce), nella Masseria Vittorio già proprietà della famiglia Seracca, azionista di minoranza, di uve Primitivo per un totale di dieci ettari, destinate a diventare un cru che dovrebbe essere messo in commercio dal 2021. Per l’azienda non si tratta dell’unica novità. A ottobre sarà pronto un Novello di alta qualità, ottenuto da uve Primitivo in purezza e con macerazione esclusivamente carbonica, che segnerà il ritorno di Giv in questo business dopo due anni di assenza. “Avrà un forte impatto presso il consumatore che chiede qualità” scommette Luigi Seracca, esponente di nuova generazione della famiglia che gestisce l’azienda da 210 ettari per un fatturato complessivo di 5,3 milioni di euro derivanti dalla parte wine, a cui vanno aggiunti i 4 milioni ottenuti dalla gestione eventi e dalla ristorazione effettuata all’interno del castello, dimora storica la cui origine risale al 400 d.C e che fu costruita dai monaci basiliani che si trasferirono a San Pancrazio Salentino, tra Lecce e Taranto, per sfuggire alle persecuzioni ai danni dei cattolici; successivamente, tra il 1865 e il 1905, fu controllata dai bordolesi Perry-Graniger, che qui avviarono per primi la coltivazione delle uve Chardonnay in Puglia. Da oltre 120 anni l’azienda viene condotta dalla famiglia Seracca, che nel 1998 ha ceduto a Giv la maggioranza delle azioni della parte vinicola per potenziare l’export e trasformarsi con successo da produttore di vino sfuso a imbottigliatore puro. La produzione annua supera i 2 milioni di bottiglie.
Alla parte eventi si aggiunge l’attività di hotellerie, che Castello Monaci presidia con una struttura composta da dieci suites con spa e piscina, inaugurata nel 2015, e con la residenza di lusso Casina Metrano, frequentata da celebrities che cercano privacy e relax nella villa con piscina affacciata sui vigneti della tenuta. Completano la struttura un museo interno e il punto vendita aziendale da cui viene ricavato il 2% del fatturato vinicolo.
Tra gli altri investimenti in agenda, oltre ai nuovi vigneti, i Seracca puntano al recupero del tunnel scavato tra la barricaia e l’antico monastero, utilizzato dai monaci come via di fuga, che diventerebbe un forte richiamo enoturistico e che Luigi Seracca vorrebbe utilizzare per l’esposizione di opere d’arte contemporanea. È inoltre prevista l’installazione di nuovi pannelli fotovoltaici, per aumentare il livello di autosufficienza energetica, e in prospettiva l’acquisto di nuovi terreni in zona Manduria per il Primitivo doc, inteso come investimento familiare e non come operazione condotta da Giv.
Una spinta alle vendite di Kreos, il rosato Igt da uve Negramaro prodotto da Castello Monaci, è arrivata grazie alla valutazione favorevole di Forbes, che l’ha inserito nella classifica dei 15 vini mondiali da provare durante l’estate. “Normalmente ne produciamo sulle 56 mila bottiglie – sottolinea Seracca – ma quest’anno lo abbiamo già esaurito e perciò a inizio agosto ne imbottiglieremo altre 22 mila”.