Dopo aver chiuso un 2023 in lieve aumento, Carpineto mette sul piatto una serie di investimenti che prevedono il reimpianto di diversi ettari e una nuova bottaia a Greve in Chianti. “Il 2023 è partito un po’ a rilento dal punto di vista delle vendite – spiega a Pambianco Wine&Food l’export manager dell’azienda toscana Antonio Michael Zaccheo – ma poi in autunno c’è stata la ripresa e siamo riusciti a chiudere l’anno in lieve aumento, e quindi sfiorando i 19 milioni di euro (dai 18,1 milioni del 2022, ndr)”.
In questo contesto, l’Italia è leggermente cresciuta, arrivando a rappresentare quasi il 10% delle vendite. “A tendere, noi vorremmo portare l’incidenza dell’Italia al 20% ma, per fortuna, come cresce l’Italia così fa l’estero. L’obiettivo per il 2024, quindi, è riuscire ad arrivare a quota due milioni di euro di fatturato”. Di contro, ha sofferto il centro Europa, mentre il Nord America è cresciuto con Usa a +14% e Canada, “dove siamo diventati il primo fornitore di vini toscani”, a +5 per cento. Un risultato reso possibile, come spiegato da Zaccheo, dall’ampiezza di gamma e, in particolare, dal super tuscan Dogajolo che, a circa 15 dollari a scaffale, è risultato tra i più apprezzati in quanto “il consumatore vuole il buon rapporto qualità-prezzo”.
Nel frattempo, l’azienda toscana gestita dalle famiglie Sacchet e Zaccheo, porta avanti il reimpianto di vigneti nelle sue tenute (cinque in Toscana tra Chianti Classico, Vino Nobile di Montepulciano, Brunello di Montalcino, Alto Valdarno e Maremma): otto ettari a Montepulciano e quattro nella Maremma. Non solo, nella tenuta a Greve in Chianti, dove sono attualmente in corso dei lavori di ampliamento e ristrutturazione che saranno completanti nel 2026, c’è il progetto di costruire una nuova bottaia, frutto di un investimento di 4-5 milioni euro.
Carpineto punta inoltre sulle vecchie annate di Chianti Classico, Vino Nobile di Montepulciano, Brunello e Super Tuscan raccolte nella ‘libreria’ aziendale di Greve, una collezione di circa 100mila bottiglie delle annate cinque stelle. “Abbiamo una cinquantina di referenze e ciò ci consente di diversificare l’offerta e di offrire verticali uniche. È un progetto che stiamo spingendo molto”, conclude Zaccheo.