In Italia si mangia meno carne rossa, fatta eccezione per la scottona. È quanto emerge da un report di Ismea, che sottolinea come nei primi cinque mesi del 2021 i volumi delle carni bovine siano gli unici in regressione (- 1,7%) mentre restano in terreno positivo i volumi acquistati per carni suine, avicole e ovicaprine. Corre invece la carne di scottona, che segna un aumento del 12%.
Come spiegato nel report, i canali di vendita utilizzati per l’acquisto delle carni bovine sono stati soprattutto i supermercati e le macellerie attraverso i quali sono stati acquistati rispettivamente il 39% e il 22% dei volumi totali. Un ruolo discreto, ma inferiore rispetto a quanto rappresenta per altre referenze, lo ha avuto anche il discount, dove si sono vendute il 13% delle carni e dove le vendite sembrano confermarsi più stabilizzate, con un incremento del 10% su base annua nel 2020 e una tenuta nel primo quadrimestre 2021. Diversamente i canali tradizionali, dopo l’exploit del 2020 (+16%) hanno segnato un ripiegamento del 9% nei primi mesi del 2021, al contrario gli Iper che avevano perso quote nel 2020 (-4%) e segnano ora un recupero che li riporta alla norma nel 2021.
In relazione alle macroaree geografiche il report evidenzia che dopo un 2020 con espansione degli acquisti diffuso su tutto il territorio con maggior dinamismo nell’areale del Nord Est, il 2021 si apre con un ripiegamento in tutte le aree ad eccezione proprio del Nord Est, dove continua la fase espansiva dei consumi (+7,7% dopo il +10% del 2020).