Con una crescita del 14% sull’esercizio precedente, Cantina Valpolicella Negrar ha chiuso il suo esercizio 2020-2021 segnando il suo record in termini di fatturato. Una performance da 43,2 milioni di euro ottenuta grazie al maggior apporto dei nuovi mercati, della grande distribuzione e del canale online, che ha così determinato un esercizio che è riuscito a vincere il -30% del canale horeca e gli effetti negativi dell’aumento generalizzato del costo della vita.
Daniele Accordini, direttore generale ed enologo della cooperativa veneta, è entrato un po’ più nel dettaglio dell’anno fiscale sottolineando come “oltre ad aver consolidato i nostri mercati di riferimento, quali Germania e nord Europa, abbiamo instaurato nuovi rapporti economici con Bielorussia, Azerbaigian, Brasile, Guatemala, Messico, Cipro, Repubblica Ceca e Romania”. Non solo, “le vendite nella grande distribuzione sono cresciute sia in valore che in volume (+25 %), mentre l’e-commerce è letteralmente esploso, segnando un +350 per cento”.
Al di là dell’aspetto economico, l’esercizio appena registrato da Cantina Valpolicella Negrar ha visto proseguire il suo percorso green grazie all’aumento da 139 a circa 150 ettari vitati a conduzione bio, ora anche nella zona di Bardolino, consolidando così il suo primato per estensione in Valpolicella.
In ultimo, ma non per importanza, è arrivato un nuovo investimento produttivo a San Pietro in Cariano, dove è entrato in funzione uno stabilimento di cinque mila metri quadrati per la messa a riposo di uve per Amarone e Recioto. Per Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar, “quest’operazione è stata realizzata con lo scopo di dare maggior valore al lavoro dei nostri 244 soci (per oltre 700 ettari) e all’azienda, oltre che per adattare la struttura alla nuova dimensione raggiunta, perché dai 4 mila quintali di uve messi in appassimento nel 1990 siamo arrivati, nel 2021, a oltre 30 mila”.