Dopo aver dismesso i vini fermi, Campari esce anche dal business delle bevande gassate e delle acque minerali. Il gruppo milanese del beverage alcolico ha infatti comunicato la cessione di Lemonsoda a Royal Unibrew A/S, società produttrice di bevande con sede in Danimarca. Il valore dell’accordo è di 80 milioni di euro.
Oltre al brand della nota bibita al succo di limone, l’operazione comprende i marchi Oransoda, Pelmosoda e Mojito Soda, raggruppati sotto il marchio Freedea, e i marchi Crodo a esclusione di Crodino, considerato strategico in quanto aperitivo. Con la vendita di Crodo, Campari ha inoltre ceduto il sito produttivo e di imbottigliamento situato nell’omonima località della provincia di Verbano-Cusio-Ossola, in Piemonte. Il closing dell’operazione è previsto entro la fine del 2017. Nell’ambito della transazione, e con efficacia a partire dalla data del closing, le due parti hanno stipulato un accordo di produzione pluriennale, in base al quale Royal Unibrew continuerà a produrre alcuni prodotti di proprietà di gruppo Campari, attualmente imbottigliati nello stabilimento di Crodo.
“La vendita del business Lemonsoda e Crodo rappresenta un ulteriore passo della nostra strategia di razionalizzazione delle attività non strategiche”, ha dichiarato il CEO di Campari, Bob Kunze-Concewitz. “In particolare, a seguito di questa transazione, usciamo dal settore delle bevande analcoliche, mantenendo il nostro marchio principale Crodino, al fine di focalizzarci ulteriormente sul segmento degli aperitivi in Italia”. Dall’inizio dell’anno, Campari ha ceduto attività non strategiche per un valore complessivo di circa 310 milioni di euro.
Il controvalore totale dell’operazione corrisponde a un multiplo di circa 13 volte il margine di contribuzione, che nel 2016 era stato pari a 6,3 milioni su un fatturato complessivo di 32,8 milioni generato dai marchi ceduti.