Campari conferma nel primo quarter fiscale 2016 le stesse vendite di dodici mesi fa. Il risultato è pari a 327,4 milioni di ricavi, con una variazione organica positiva del 7,2% ed esattamente uguale in termini nominali principalmente per effetto della svalutazione a due cifre di valute quali peso argentino e real brasiliano. In evidenza i dati legati alla redditività del gruppo italiano del beverage alcolico, con il +18,8% di ebitda, pari a 66,8 milioni di euro, e il +20,3% misurato in ebit, corrispondente a 53,9 milioni di euro.
Bob Kunze-Concewitz, CEO di Campari, ha evidenziato l’andamento positivo e superiore alla crescita media da parte dei brand a priorità globale e a elevata redditività. “Abbiamo conseguito una crescita organica positiva in tutte le aree geografiche di riferimento e, in particolare, nei mercati sviluppati a elevata marginalità, quali Nord America ed Europa occidentale” ha dichiarato l’amministratore delegato in una nota. Un impatto negativo è invece derivato dalla contrazione del business non-core e a bassa marginalità dello zucchero in Giamaica, giudicata non recuperabile nel corso dell’anno.
Le vendite per area geografica evidenziano un calo del 6,3% nelle Americhe, principalmente per l’effetto cambio, mentre gli Usa crescono del +14,8% a livello organico. L’area Sud Europa, Medio Oriente e Africa ha registrato una crescita complessiva del +3,9% (+4,8% a livello organico), quella Nord, Centro ed Est Europa è cresciuta nominalmente del 9,8% e del 13,3% in termini organici, mentre l’area Asia-Pacifico perde l’1,1%, per una crescita organica del +5,8 percento. Tra i brand globali spiccano le performance degli aperitivi, con il +21,4% di Campari e il +24,7% di Aperol, mentre tra quelli a priorità regionale crescono a due cifre Cynar (+10,9%), Averna e Braulio (+61,6%), GlenGrant (+28,5%) ed Espolòn (+67,6%)