Come era prevedibile immaginare, in molte regioni d’Italia le notizie riguardanti le stime vendemmiali, quanto meno dal punto di vista quantitativo, non potranno che essere negative. Il micidiale mix dovuto al susseguirsi di siccità e peronospora, malattia fungina della vite che si è scatenata con una violenza come non si vedeva da almeno 30 anni, ha colpito duramente il vigneto italiano soprattutto nel Centro-Sud.
Dopo le prime stime di luglio dell’Uiv – Unione Italiana Vini che parlavano di perdite fino al 40% in determinate regioni e poi quelle di Coldiretti di agosto, che confermavano il deciso calo nel Centro-Sud e un complessivo -14% a livello nazionale, arrivano i primi dati da parte dei Consorzi. Una delle regioni italiane che pagherà il prezzo maggiore quest’anno è l’Abruzzo, come ha confermato il Consorzio Tutela Vini Abruzzo Doc. Il calo, anche in questo caso dovuto soprattutto alla peronospora, è stimato complessivamente intorno al 50%, ma sale al 60% nella provincia di Chieti, dove sono presenti peraltro la grandi cooperative e dove viene prodotta la maggior parte del vino di questa regione. Sul fronte delle varietà, cali significativi soprattutto per i due principali vitigni, vale a dire Montepulciano e Trebbiano, nonché per la Passerina. Notizie più confortanti invece per il Pecorino, che ha iniziato ad essere raccolto da pochi giorni.
Lievemente più contenute, invece, le perdite in altri areali abruzzesi perché, come sottolinea nella nota Nicola Dragani, presidente del Comitato Tecnico del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, “in alcune aree le condizioni pedoclimatiche e le altitudini hanno portato a una minore incidenza del patogeno e, combinate con un lavoro efficace in vigneto, hanno permesso di contenere le perdite in pianta”. Una lieve consolazione, considerando che comunque anche nella provincia di Pescara e nelle Colline Teramane il calo previsto è notevole e nell’ordine del 30-40 per cento.
La situazione abruzzese si somma a quella presente in molte altre regioni del Sud Italia, che dovrebbero accusare perdite simili se non anche superiori in alcune specifiche zone (per le stime definitive bisogna attendere i dati di Uiv, Ismea e Assoenologi che verranno presentato il prossimo 12 settembre). Diverso il discorso nel Nord Italia, storicamente più abituato alle piogge e quindi a contenere gli attacchi di patogeni come la peronospora: il Crea – Centro di ricerca Alimenti e nutrizione stima una produzione in linea con quella della passata stagione, anzi, con qualche aumento produttivo tra il 5 e il 15% in alcune zone, ad esclusione dell’Emilia-Romagna, dove le pesanti alluvioni di maggio e giugno scorso faranno calare probabilmente la produzione tra i 10 e il 15 per cento.
L’Abruzzo, regione di riferimento della produzione tricolore che si posiziona stabilmente ai piani alti e che nel 2022 ha prodotto circa 3,4 milioni di ettolitri di vino, è protagonista dello speciale che uscirà sul numero di settembre-ottobre di Pambianco Wine & Food Magazine, in uscita la prossima settimana con due approfondimenti dedicati alle principali tendenze in atto in questo momento e all’andamento dei primi 5 top player della regione.