Caccia al Piano celebra 20 anni. La tenuta di Bolgheri festeggia due decenni di attività sotto la guida della famiglia Ziliani che, forte dell’esperienza in Franciacorta con Berlucchi, è arrivata qui nel 2003. Oggi Caccia al Piano conta 29,5 ettari di vigneti suddivisi in quattro aree della Doc Bolgheri che spaziano tra i 40 e 180 metri sopra il livello del mare (quest’ultima altezza è raggiunta con il vigneto San Biagio). La produzione si attesta sulle 140mila bottiglie, di cui circa 100mila a Bolgheri Doc, e il giro d’affari si aggira sui due milioni di euro, di cui il 30% generato dall’estero.
Di recente Caccia al Piano ha sancito il suo legame con il territorio acquisendo cinque ettari destinati alla produzione di vino Igt. Il terreno si trova nella zona de Le Bozze ed è contiguo ad alcuni vigneti già di proprietà dell’azienda e coltivati con uve Vermentino e Sauvignon Blanc. “Questa tipologia di terreno, un misto di sabbie, limo, calcare e tufo, può dare eccellenti risultati anche sulle uve a bacca rossa”, spiega il presidente Paolo Ziliani. “È per questo che abbiamo deciso di piantare Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon”.
E rimanendo fuori dalla produzione Doc, tra le new entry del catalogo aziendale ci sono le poche migliaia di bottiglie di Cap Rosè, un metodo classico a base di Syrah e Merlot distribuito esclusivamente in Toscana. “La bollicina è un prodotto di completamento al nostro vero focus – la produzione di Bolgheri Doc – che ci permette di offrire una situazione di consumo meno da meditazione”, e quindi più ‘casual’, “rispetto quanto offerto dal territorio di Bolgheri”, specifica Ziliani. Un prodotto che, dal suo debutto con l’annata 2019, ha ricevuto “un’accoglienza ottima e infatti non c’è un ristorante in zona che non lo abbia in carta”.
L’obiettivo per i prossimi anni? “Vogliamo continuare a investire nella cantina e nei vigneti così da accrescere la qualità dei nostri prodotti, sapendo che quantitativamente Caccia al Piano rimarrà una boutique winery”.
Una visione, quella del ‘piccolo e bello’, che prende forma anche attraverso l’arte. La cantina, infatti, tra vasche d’acciaio e botti, ospita la mostra ‘Satelliti’, una collettiva a cura di Giorgio Galotti che, attraverso opere di artisti diversi, vuole raccontare il legame che si può instaurare tra i movimenti del cosmo ed il processo di vinificazione. Un binomio, quello tra Caccia Al Piano e il mondo dell’Arte, che sarà da ora in poi sempre più presente con nuove mostre ed iniziative già in cantiere per il 2024. Non a caso, tra le leve aziendali c’è l’enoturismo che oggi genera il 10% dei ricavi del business e occupa a tempo pieno tre dipendenti. “La nostra volontà è far crescere sia l’hospitality sia la vendita diretta. Non abbiamo però intenzione di sviluppare camere o ristorazione perché riteniamo che ognuno debba fare il suo”.