Nuove aperture, ricavi attesi in crescita e possibile franchising. Si apre così il biennio di Burgez, catena di fast-food fondata nel 2015 da Simone Ciaruffoli e Martina Valentini. A fronte di un 2022 chiuso a circa 13 milioni di euro di ricavi, in aumento del 13% sugli 11,5 milioni del 2021, e con un margine ebitda intorno al 14%, “il 2023 sta andando ancora meglio”, spiega a Pambianco Wine & Food Ciaruffoli. “L’anno è iniziato bene e vediamo un’ulteriore incremento del 15% circa”. Crescita, questa, guidata anche dal rinnovamento e ampliamento del menu che, storicamente abbastanza ridotto, ha visto negli ultimi mesi l’ingresso di nuove referenze quali il Fake Burgez e il kebab di pollo fritto.
La catena conta una ventina di ristoranti diretti dislocati lungo la Penisola, in città quali Milano, Torino, Brescia, Como, e dispone di due format: il classico in cui si può consumare in loco e quello dedicato alla delivery, di cui si contano tre location. Tra il 2023 e il 2024, la catena ha in programma di espandere ulteriormente la propria presenza sul territorio nazionale aprendo una decina di locali: due a Milano, dove ce ne sono già otto; uno a Torino, salendo così a due; e il resto a Roma, dove attualmente sono presenti due store. “Ci espanderemo poi anche al sud ma sempre in città con un numero di abitanti importante o molto turistiche, come per esempio Rimini”.
Non solo, “molto probabilmente in questi due anni ci apriremo anche al franchising”, prosegue Ciaruffoli. “È un modello a cui abbiamo sempre guardato con curiosità e ora che siamo ben organizzati, grazie a un modello di business solido, vogliamo provarci. Attualmente abbiamo molte richieste da Emirati Arabi, Spagna e Inghilterra”.
Lo strumento servirà quindi per espandere la catena all’estero che, al momento, non valuta apertura dirette fuori dai confini nazionali. “Stiamo però valutando la Spagna – conclude il founder – ma è un mercato che dobbiamo sondare e lo studieremo meglio verso fine anno”.