Burgez, l’hamburgeria italiana nata nel novembre del 2015 e in breve tempo diventata un caso imprenditoriale, ha catturato l’attenzione dei fondi di private equity e di grandi multinazionali, come il colosso statunitense McDonald’s e il Gruppo Cremonini.
Il fondatore e principale azionista Simone Ciaruffoli ha, infatti, affidato un incarico all’advisor Vitale per trovare un partner azionario nei prossimi mesi. “Siamo talmente contenti dei risultati ottenuti sino a questo momento e strafelici della travolgente forza del brand, che ci piacerebbe far salire a bordo un partner che possa darci un boost per la crescita e lo sviluppo nazionale e internazionale”, spiega a Pambianco Wine&Food l’imprenditore marchigiano.
La strada prescelta potrebbe essere quella della cessione della maggioranza del gruppo. Attorno a metà dicembre sono previste le offerte, mentre una decisione sull’investitore potrebbe essere presa nel nuovo anno. “Diciamo che l’appeal del brand è tale per cui si sono presentati numerosissimi interessati, sia di estrazione industriale che finanziaria – ha commentato Ciaruffoli -. Faccio prima a dire chi non si è fatto vivo: Burghy“.
Burgez, con un modello di business concepito fin dal primo punto vendita soprattutto per il take away e il delivery, genera un fatturato annuale di 20 milioni di euro, previsto in crescita a 30 milioni nel giro di un anno. Con l’apertura del prossimo 20 novembre a Verona, la catena raggiungerà quota 20 punti vendita diretti e conta di arrivare a 35 entro la fine del 2022. “Cercheremo di copiare il modello milanese (8 punti vendita) su Roma, poi scenderemo a Napoli con almeno 3 punti vendita e parallelamente anche in altre province italiane”, ha concluso Ciaruffoli.