Offrire il miglior servizio e prodotto nel minor tempo possibile. È questa la filosofia di Burger King Italia che, già da tempo, lavora per migliorare ulteriormente la propria offerta, in primis realizzando un menu pulito al 100 per cento. Questo obiettivo è stato raggiunto nelle scorse settimane e, nello specifico, vede la totale assenza di cibi contenenti conservanti, coloranti e aromi di origine artificiale, incluso i dessert. In questo modo, Burger King risulta la prima grande azienda della ristorazione veloce in Italia a fare questa scelta, come specificato a Pambianco Wine&Food da Alessandro Lazzaroni, general manager di Burger King Restaurants Italia. “È da tempo che lavoriamo al menu pulito – spiega il manager – tanto che già più di un anno fa avevamo oltre il 95% di prodotti senza coloranti, conservanti e aromi, e ora siamo arrivati a quota 100 per cento, i primi in Italia nella nostra categoria”.
L’obiettivo, come spiegato, è rappresentare un concetto di food retail di qualità, pertanto, da un lato, Burger King offre un menu pulito, dall’altro sceglie ingredienti italiani di qualità, quali il Parmigiano Reggiano Dop, il Grana Padano Dop, lo Speck Igp, la ‘Nduja e il recente Rigoni di Asiago, con cui vengono realizzati i nuovi dolci Nocciolata Cheesecake e Nocciolata Pancake. Tutto ciò “si sposa con il concetto di innovazione che, nel nostro caso, si misura a livello di servizio, tecnologia (con per esempio il lancio di una nuova applicazione l’anno scorso) e prodotto”.
E, a proposito di innovazione, in questa sfera rientra l’ingresso della piattaforma plant based. “Parliamo di piattaforma – prosegue Lazzaroni – in quanto si tratta di una gamma di prodotti in evoluzione, che verrà allargata pian piano e che verrà mantenuta stabilmente nell’assortimento. Attualmente abbiamo il Whooper plant based e i nuggets, e nel futuro allargheremo ulteriormente la gamma di prodotti per offrire ai nostri clienti un offerta completa”.
Per quanto riguarda lo sviluppo della catena, Burger King Italia conta di tornare ai livelli pre pandemici già dal prossimo anno, e quindi aprendo in media due locali al mese, contro i circa 15 opening del 2020. L’idea è di aprire sia locali diretti che in franchising sviluppandoli in maniera bilanciata. In generale, “abbiamo una presenza più sviluppata nel centro nord Italia e questo è il motivo per il quale stiamo lavorando in maniera molto forte per accelerare le aperture nel centro sud”. Le aperture riguarderanno, in generale, sia le grandi città, dove Burger King aprirà ristoranti di dimensioni più contenute rispetto allo standard (circa 200 metri quadrati che è circa la metà del consueto) sia i comuni più piccoli in cui le ‘casette’ di Burger King vengono collocate su strade ad ampio traffico. Lo sviluppo riguarderà anche il Burger King Caffè, già presente in alcuni locali e “che ci sta dando molte soddisfazioni”. Attualmente la catena conta 230 negozi, di cui 160 in franchising.
Dallo scorso maggio, inoltre, Burger King Italia sta registrando livelli di vendite superiori al 2019 “il che significa che, sperando che il covid non peggiori, proiettiamo un 2021 e un 2022 molto al di sopra del pre-covid”. Quest’anno, inoltre, si è contraddistinto “per la tipologia di vendite che hanno trainato la crescita, soprattutto home delivery e take away”.
Un altro elemento centrale nello sviluppo di Burger King è la sostenibilità. “Lavoriamo in maniera sempre più forte e decisa sulla sostenibilità come azienda, e su alcuni suoi aspetti siamo a livello ottimo”, spiega il managaer. Per esempio, per quanto riguarda i dipendenti in Italia, il 65% sono donne, le nazioni di provenienza 64 e non c’è salary gap tra donne e uomini. Entro il 2030, poi, la catena vuole dimezzare le emissioni con l’obiettivo di azzerarle entro il 2050. “Il nostro impegno, in ogni caso, riguarda anche i nostri fornitori, a cui chiediamo di adottare la nostra stella filosofia in campo di sostenibilità. Per esempio, Fileni, con cui appunto che è già carbon neutral”, conclude Lazzaroni.