Un percorso iniziato a fine 2012 con l’acquisizione della storica cantina di Dievole, nel Chianti Classico, e culminato, almeno per ora, con l’inaugurazione di Poggio Landi a Montalcino. Nel mezzo, un’altra serie di investimenti che, insieme a reimpianti e ristrutturazioni, sempre sul territorio toscano, hanno comportato lo stanziamento di circa 120 milioni di euro da parte del gruppo Abfv – Alejandro Bulgheroni Family Vineyards, realtà già attiva nel settore vinicolo a livello internazionale con una serie di progetti dal Sudamerica alla Francia, fino, appunto, all’Italia.
Poggio Landi (prima denominata Tenuta Vitanza), nello specifico, è la più recente delle tenute di Alejandro Bulgheroni, imprenditore argentino attivo nel business dell’energia. L’azienda è stata infatti acquistata nel 2016 e, nei giorni scorsi, ha visto la conclusione dei lavori di risanamento delle cantine di vinificazione e di invecchiamento e della ristrutturazione dell’area destinata all’ospitalità e all’accoglienza. Ad oggi, vanta circa 74 ettari vitati, di cui 33 a Brunello Docg, ad altitudini che variano dai 175 ai 500 metri sul livello del mare, e conta in portafoglio tre vini: Brunello di Montalcino Docg 2013, Brunello di Montalcino Docg Riserva 2012 e Rosso di Montalcino Doc 2016. “L’azienda arriverà a produrre a pieno regime circa 170/180mila bottiglie di Brunello e 40mila di Rosso di Montalcino”, ha raccontato a PambiancoWine&Food Stefano Capurso, direttore generale di Abfv Italia. “Ad oggi abbiamo tre etichette ma data le diversità dei vigneti abbiamo l’obiettivo di inserire, probabilmente dalla vendemmia 2015, dei cru”.
Oltre a Dievole e Poggio Landi, Abfv conta nel proprio portafoglio, in Italia tra Chianti, Montalcino e Bolgheri, realtà quali Podere Brizio, Tenuta Le Colonne e Meraviglia. L’attività vinicola del gruppo, le cui aziende sono o già certificate o in corso di certificazione per il biologico (il processo terminerà con la vendemmia 2019 a Bolgheri), ha un volume di produzione attuale di circa 700mila bottiglie, con l’obiettivo, nei prossimi sei anni anni, di arrivare a 2 milioni. Il giro d’affari di questa divisione è attualmente di circa 5 milioni di euro, “che quest’anno diventeranno 8”. La parte dell’ospitalità di Dievole, che con 28 camere è la più consistente, conta circa per 1,5 milioni di euro, mentre quella di Podere Brizio vale circa mezzo milione. A ciò si aggiunge il business legato all’olio extravergine d’oliva “che non è una produzione accessoria” e rappresenta circa 1 milione di euro. “Il nostro anno fiscale finisce a fine giugno, quindi arriveremo a circa 11 milioni con l’obiettivo, nei prossimi sei anni, questo perché tra sei anni saremo in piena produzione, di realizzare 15 milioni con il vino e 4/5 milioni con l’ospitalità, diventando quindi un’azienda da 20/21 milioni di euro come consolidato”.
Tra i prossimi progetti, vi è la nuova cantina in una vecchia cava di marmo dismessa a Bolgheri, a cui si aggiungerà la ristrutturazione di alcuni edifici esistenti che verranno adibiti ad accoglienza. Qui, infatti, verrà realizzato, nell’arco dei prossimi tre anni, un resort tipo Podere Brizio. “Il business del vino non è separato dall’ospitalità. I nostri hotel infatti si chiamano wineresort perché chi viene a soggiornare da noi ha sempre un pieno coinvolgimento con degustazioni, scuole di cucina e tanto altro. Vi è una forte integrazione tra tutte le tre componenti ovvero vino, olio ospitalità”, ha concluso il manager.