“Quando è il momento dell’anteprima di un nuovo millésime lo assaggiamo sempre in sala degustazione, in cantina, ma alla fine il vino bisogna viverlo insieme a tavola”. Inizia così la presentazione di Alice Paillard in occasione dell’avant première nazionale dell’Assemblage Millésime 2012 Bruno Paillard al Terrazzamare, sede estiva del ristorante Marcandole situata a ridosso della bocca del porto turistico di Jesolo Lido.
L’Assemblage 2012, prodotto esclusivamente con la prima spremitura, la più pura, di 8 grandi terroir di Pinot Nero (60%) e Chardonnay (40%), il 20% dei quali è stato vinificato in piccole botti di rovere antico, ha sviluppato un carattere gourmand e concentrato, sostenuto da una persistente freschezza salina, grazie a otto anni di affinamento in cantina, inclusi almeno dodici mesi di riposo dopo la sboccatura. Un risultato derivato da una campagna vitivinicola all’insegna dell’intensità sia in termini di episodi climatici che di aromi. “Se l’annata ha offerto una resa relativamente debole, la qualità delle uve al momento della vendemmia è stata eclatante, in particolare per i pinot noir e gli chardonnay”, spiega Alice, figlia di Bruno Paillard, discendente di un’antica famiglia di courtier e vigneron, che nel 1981 ha fondato l’omonima maison a Reims.
Quarant’anni dunque dell’azienda a conduzione familiare, metà dei quali legati a Cuzziol GrandiVini, importatore e distributore esclusivo per l’Italia. “Certo, quarant’anni possono sembrare pochi nella lunga vita della Champagne, e anche nella lunga vita della mia famiglia in Champagne, dove è radicata dal 1704, ma è un momento naturalmente importante per la maison Bruno Paillard”, commenta Alice, facendo riferimento all’uscita da un 2020 in cui le spedizioni di Champagne hanno raggiunto i 244 milioni di bottiglie, in calo del 17,9% rispetto al 2019, con una perdita di 845 milioni di euro in dodici mesi e fatturato di settore pari a 4,2 miliardi di euro al netto delle tasse. “Onestamente, dato il contesto, e per un vino che simboleggia ‘la condivisione’, pensiamo che gli amanti dello Champagne non abbiano dimenticato i nostri vini, trovando altri modi per apprezzarli – aggiunge -. Certamente, questa annata, anche se difficile, ha dato il via a nuove abitudini, sia nel modo di consumare lo Champagne che nel modo di acquistarlo”.
Per quanto riguarda la maison, da sempre legata alla gastronomia, è stato un anno difficile in termini di vendite, ma, rivela Alice Paillard, “il nostro mestiere ci insegna a guardare sempre a lungo termine: piantiamo e coltiviamo una vigna per 70 anni, lavoriamo sull’affinamento di un vino per un minimo di 4 anni, se non 15… È un dovere, per noi, prendere decisioni e compiere azioni iscritte nella durabilità, proprio per non cambiare visione ogni anno”. Alla luce di queste considerazioni, “penso che siano questa costanza e la vicinanza ai nostri clienti ad averci permesso nel 2021 di ripartire molto velocemente con volumi in crescita”, conclude.