Sessanta milioni di bottiglie prodotte nel 2018, di cui trenta milioni nel solo stabilimento aperto all’inizio degli anni Novanta in Lituania. Sono i numeri di Bosca, realtà di Canelli (Asti) specializzata nelle bollicine in senso lato, poiché oltre al vino l’azienda fondata nel 1831 e tuttora di proprietà della famiglia Bosca (giunta ormai alla sesta generazione) ha inserito tra le proprie specializzazioni anche le bevande alcoliche e analcoliche a base d’uva. E oggi opera prevalentemente in Italia e Lituania, contando però su una terza sede produttiva partecipata in Svizzera.
Una piccola multinazionale, forte anche di una presenza commerciale in 40 Paesi del mondo e di una joint venture in India, che segue il mercato per offrire ai consumatori occasioni di festa. Così si parte dallo spumante metodo classico per arrivare a prodotti senz’alcol come quelli di Toselli halal che intercettano, racconta a Pambianco Wine&Food la CEO Pia Bosca, una duplice tendenza: “Da un lato il trend salutista, dall’altro la ricerca di bollicine certificate halal. Più che a entrare nei Paesi islamici, puntiamo a offrire occasioni di convivialità ai musulmani che vivono in occidente e sono sicura che con il tempo la nostra idea avrà successo. Per ora la strada è in salita, ma qualcosa si sta muovendo. Il nostro mercato principale, con il prodotto alcohol free, è la Nigeria”.
La presenza produttiva in Lituania invece risale ai tempi della caduta del Muro di Berlino. “Fu allora che decidemmo di tornare a esportare in Russia, come facevamo tanti anni prima. E scegliemmo di essere più vicini a quel mercato, investendo in un Paese comodo per raggiungere la Russia ma al tempo stesso caratterizzato da una mentalità occidentale. La Lituania è stato quel Paese”. Una scelta giusta, stando ai risultati: oggi le bottiglie dello stabilimento lituano sono tutte destinate all’area ex Urss. Negli anni migliori si arriva anche oltre i 40 milioni di bottiglie, mentre ora con la svalutazione del rublo è tutto più complesso. E anche il risparmio di costi è relativo. “Quando abbiamo iniziato, il gap rispetto all’Italia era significativo mentre oggi non lo è più – sottolinea Pia Bosca – ma si è conservato il grande valore aggiunto della Lituana ovvero il fatto che tutti coloro che operano in loco, compreso il general manager, comprendono appieno la mentalità dei russi e le problematiche di quel mercato”.
La società che gestisce lo stabilimento di Bosca si chiama Boslita ir Ko ed è situata a Kaunas, località a circa 100 km dalla capitale Vilnius: la maggioranza del capitale resta sotto il controllo di Bosca, con una quota minoritaria appartenente al general manager. In Svizzera invece Bosca, fin dagli anni Sessanta, è azionista di minoranza in una società d’importazione e la cui produzione a marchio Bosca è limitata al mercato locale.
In Italia, dove Bosca dispone di uno stabilimento principale a Costigliole d’Asti in grado di realizzare circa 30 milioni di bottiglie oltre alle 50 mila bottiglie di spumante metodo classico che ogni anno arrivano dalle cantine storiche di Canelli, l’azienda occupa 100 dipendenti divisi in 70 nell’industria e 30 in agricoltura. Inoltre, il gruppo dispone di 103 ettari di cascine di proprietà situate nelle zone più vocate per i vini piemontesi. La distribuzione è mirata per il 75% al canale gdo in Italia con una quota residua di ristoranti, enoteche, e-commerce, mentre all’estero si rivolge quasi totalmente alla grande distribuzione.