A quasi tre anni dall’acquisizione da parte di Borletti group in cordata con i fondi francesi Antin e Icamap, Grandi Stazioni ha raddoppiato la propria superficie destinata al food e alle attività di ristorazione. Ad affermarlo è stato Maurizio Borletti, presidente di Grandi Stazioni Retail, intervenendo durante il primo Global Food Service Forum organizzato a Milano da A4D-Appetite for Disruption in collaborazione con Lazard e con la rivista Food Service.
“La società acquisita nel 2016 – ha raccontato Borletti – era molto diversa da quella attuale. Partivamo da un’ottantina di dipendenti e da un lavoro abbastanza passivo, sostanzialmente Grandi Stazioni Retail si limitava a riaffittare spazi e al suo interno c’erano concetti vecchi e sorpassati, che vivevano di rendita a causa dell’esistenza di contratti a lungo termine. Oggi abbiamo quasi 400 dipendenti, gli store sono molto più importanti e presentiamo un’offerta decisamente più vasta”.
In particolare, Borletti ha deciso di puntare sul food, come del resto aveva fatto ai tempi in cui il suo gruppo era proprietario di Rinascente. “Fare un intero piano dedicato al cibo in Rinascente pareva una follia… oggi oltre 8 milioni di persone l’anno arrivano all’ultimo piano e il progetto sta funzionando molto bene. In Grandi Stazioni abbiamo visto subito che c’era un gap molto importante tra ristorazione e cibo rispetto all’offerta complessiva, con meno del 10% degli spazi destinati. Peraltro, chi operava nel food aveva poca motivazione perché si guadagnava bene senza troppi investimenti in innovazione, proprio per l’esistenza di quei concetti vecchi e sorpassati”. La prima mossa è stata quella di riservare maggiori spazi al food&beverage. “Oggi siamo già oltre il 20%”, afferma Borletti, ricordando inoltre che Grandi Stazioni Retail non si è limitata a utilizzare gli spazi all’interno delle stazioni ferroviarie, ma anche quelli con accesso dall’esterno. “Stiamo cercando di bonificare ciò che era attorno alla stazione, riqualificando determinate aree dal degrado in cui erano precipitate”. Gli esempi più rilevanti sono quelli di Roma e Milano, con l’apertura del format Mercato Centrale già avvenuta a Termini e in programma entro l’anno a Centrale.
Borletti ha evidenziato il criterio principale delle scelte effettuate da Grandi Stazioni Retail. “Stiamo cercando di segmentare l’offerta sulla base del principio di eccellenza. Se un’insegna è presente all’interno di Grandi Stazioni, deve esserlo con la sua ultima versione ed è giusto che sia così. Perché abbiamo 750 milioni di passeggeri l’anno e quando un numero così elevato di potenziali clienti assiste a un progetto, quel progetto dev’essere l’ultima versione elaborata dalla società che ne è proprietaria”.
Quanto ai costi, il presidente di Grandi Stazioni Retail afferma: “Siamo carissimi e saremo sempre più cari. Quindi per stare da noi occorre essere molto performanti ed esigenti. Infatti i migliori vogliono essere presenti da noi, perché guadagnano più che in altre location. È una buona scrematura e un’ottima palestra per lo sviluppo del proprio marchio”.