Il gruppo cinese Haichang, player di riferimento nel settore dei parchi di divertimento, ha investito una sessantina di milioni di euro per acquistare ventisette chateaux in Francia. Ora l’ufficio del procuratore nazionale ha ottenuto il sequestro provvisorio di dieci di quei castelli. Il motivo? L’accusa di frode fiscale ai danni del gruppo con sede a Dalian e guidato dall’uomo d’affari Naije Qu. Accusa che non parte dalla Francia, bensì dalla Cina.
L’indagine alla base del provvedimento di sequestro ha avuto inizio nel 2014. Ad Haichang, secondo la tesi della Corte dei conti di Pechino, sarebbe stato concesso denaro pubblico dalle autorità statali cinesi per acquistare tecnologia straniera, denaro che il gruppo avrebbe invece usato invece per comprare le tenute di Bordeaux.
“Nella gestione di 10 chateaux, abbiamo scoperto diversi reati fiscali: dal riciclaggio alla falsificazione dei bilanci, tanto che nel secondo trimestre dell’anno, abbiamo sequestrato le aziende acquistate in modo fraudolento”, ha rivelato una fonte della polizia all’agenzia di stampa France Presse.
Nel corso dell’indagine giudiziaria sono emersi altri particolari. Ad esempio, transazioni tra società offshore e società di diritto francese non correlate, ma anche un prestito di 30 milioni di euro concesso dalla banca cinese Icbc a falsi atti notarili.
Maxime Delhomme, legale francese scelto da Haichang, ha annunciato di aver fatto appello contro l’ordine di sequestro, “che è solo un pignoramento e che non indica alcuna colpevolezza”, ha precisato l’avvocato.