La crescita dell’export del Prosciutto di San Daniele dop nel primo semestre è stata trainata dai mercati extra Ue e in particolare dal Canada. Se infatti l’incremento complessivo delle esportazioni è stato pari al 2% e quello verso i Paesi al di fuori dell’Unione è salito al 10%, nel Canada si è verificato un balzo del 239%, incremento che il Consorzio di tutela attribuisce all’entrata in vigore del Ceta, accordo di libero scambio tra Europa e Canada. Un discreto risultato è giunto anche dal Giappone, protagonista di un aumento del 29% sempre per l’avvio dell’accordo di partenariato economico Jefta.
“L’entrata in vigore di accordi bilaterali di libero scambio tra Unione Europea e Paesi Terzi rappresenta sicuramente un vantaggio positivo per il settore dell’agroalimentare italiano”, ha commentato in una nota il direttore generale del consorzio, Mario Emilio Cichetti. “Grazie a tali accordi, il Prosciutto di San Daniele ha la possibilità di essere presenti in diversi mercati in modo tutelato. Si confermano dunque risultati positivi nelle esportazioni, in particolar modo nel mercato extra europeo.”
Il San Daniele ha un giro d’affari annuo di circa 345 milioni di euro calcolato al sell in, con una quota export prossima al 20 percento. Nel primo semestre, le esportazioni verso i Paesi dell’Unione Europea sono risultate in flessione del 3% principalmente per effetto del calo di Francia (-8%), Germania (-8%) e Regno Unito (-10%), tre dei maggiori importatori del prodotto dop, parzialmente compensate dall’incremento di Grecia (+192%) e Belgio (+39%). L’aumento a doppia cifra dell’export al di fuori dell’Europa ha portato la quota dei mercati extra Ue al 46% del totale esportato rispetto al 43% dello stesso periodo del 2018. La tipologia maggiormente richiesta, pari all’82%, è rappresentata dal prodotto sia disossato che nella sua interezza con lo zampino, uno dei segni distintivi del San Daniele dop.