Virgilio Maretto ha lasciato dopo vent’anni di carriera una realtà solida come Accenture, dove operava come dirigente nelle IT, per creare una start up applicata alla cucina e alla ristorazione. Si tratta di pOSti, ha come partner tecnologico Foodchain ed è la prima start up italiana ad applicare la blockchain all’agrifood.
È stata fondata da poco più di un mese e ha subito conquistato lo chef Antonello Colonna, che si è affidato a pOsti per certificare – primo caso al mondo – con tecnologia blockchain la ricetta della sua panzanella con il pomodoro Torpedino, coltivato direttamente dallo chef di Open Antonello Colonna nel suo orto di Labico, dove ha anche installato una stazione di monitoraggio. La tecnologia blockchain attesta, di quella panzanella, tutta la storia, dall’orto al piatto, e tutti gli attori della filiera potranno, per questa e altre ricette, diventare copromotori di un consumo di qualità, a tutela del made in Italy.
“Puntiamo al break even entro il secondo anno di attività”, afferma Maretto, che ha fondato la società assieme all’amico Carlo Fornario, specializzato nell’ambito no profit e rimasto come co-founder, avvalendosi ora della collaborazione dell’esperta di comunicazione e marketing Elena Musco. L’inizio del percorso è stato brillante. Oltre ad aver conquistato lo chef della capitale, con il quale sono in discussione altre certificazioni di ricetta, pOsti ha ottenuto l’attestato dalla Camera di commercio di prima start up innovativa nel settore della ristorazione.
Inoltre, col supporto scientifico di Insor-Istituto nazionale di sociologia rurale, pOsti ha avviato uno studio sulle ricette tipiche regionali ricostruendo le origini e l’evoluzione del piatto ma anche scoprendo curiosità e aneddoti, e identificando quali sono le autentiche materie prime e la modalità di preparazione. Il progetto avrà una dimensione itinerante a partire da settembre nella regione Lazio per poi continuare facendo tappa a Napoli, Milano, Torino, Venezia e via via, tra città e campagne circostanti, fino a Cagliari e alla Costa Smeralda per incrociare prodotti, eventi del mondo contadino e itinerari turistici. In un secondo momento è previsto anche il coinvolgimento di Fipe-Confcommercio.
“La filiera è pronta a sostenere la sfida della tracciabilità totale – afferma Maretto – e con il tempo potremmo anche arrivare a tracciare il trasporto e la distribuzione, per soddisfare le esigenze di informazioni del consumatore non solo in fase di coltivazione e trasformazione delle materie prime ma anche per controllare, ad esempio, la temperatura durante gli spostamenti dei prodotti. Perché se un prodotto fresco viene trasportato a una temperatura sbagliata, ne risente in qualità”.
La storia del prodotto, sotto forma di racconto con informazioni specifiche e verificate dalla piattaforma pOstiChain, arriva tramite notifica su smartphone.